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L'EVENTO

Torino celebra San Cottolengo a 90 anni dalla canonizzazione: "Vedeva quei bisogni invisibili alle nostre culture"

Alla messa solenne dell'arcivescovo anche il sindaco e il governatore

Torino celebra San Cottolengo a 90 anni dalla canonizzazione: "Vedeva quei bisogni invisibili alle nostre culture"

Gli anziani, le suore in coro, le infermiere, i fedeli e tra le carrozzine dei malati in prima fila davanti all'altare, c'erano anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, con la fascia tricolore, e il presidente della Regione, Alberto Cirio, in completo blu. E' stata una celebrazione eucaristica in pompa magna quella tenuta questa mattina dall'arcivescovo Roberto Repole nella chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza per festeggiare i 90 anni della canonizzazione di San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Uno dei santi sociali di Torino, giudicato "gigante della carità" da Papa Pio XI, e fondatore della Piccola Casa che da tanti anni aiuta anziani e bisognosi. Attualmente sono circa 420 le persone ospitate, a fronte di un invecchiamento della popolazione di Torino e una difficoltà nel reperimento del personale.

"Cottolengo si è immerso in Dio per vedere quei bisogni che solo Dio conosce che sono sempre diversi da quelli che le nostre culture sanno vedere" ha detto l'arcivescovo durante la predica. "Oggi lo celebriamo - ha aggiunto - sapendo che Cristo, che va dal Padre, viene con i suoi santi per aiutarci a vivere". Alla celebrazione hanno partecipato anche don Carmine Arice, padre della Piccola Casa della Divina Provvidenza, il direttore generale del presidio sanitario Cottolengo, Gian Paolo Zanetta, e il direttore generale dell'assistenza del Cottolengo, Amedeo Prevete

IL SANTO SOCIALE DI TORINO 

"La figura di San Giuseppe Benedetto Cottolengo - ha detto il presidente Cirio, a margine della celebrazione - riveste un doppio significato, religioso e sociale. È un esempio forte che invito tutti quanti a prendere come impegno perché è un paradigma di concretezza e pragmatismo. Le cose bisogna farle accadere, e perché ciò si verifichi, occorre essere operativi: ed è questo l'insegnamento primo del Cottolengo. Sotto il profilo religioso, ascoltando l'omelia dell'arcivescovo Monsignor Repole, emerge come il Cottolengo stesso, prima di essere sociale, era santo".

"Il Cottolengo è certamente una figura che identifica nel profondo la città, cui Torino è strutturalmente legata" ha sottolineato il sindaco Lo Russo: "Credo davvero che oggi, in coincidenza con il novantesimo anniversario della canonizzazione, sia quanto mai opportuno riflettere sul messaggio profondo anche di fiducia e speranza che il Cottolengo ha saputo incarnare nella sua vita.  Buttando sempre il cuore oltre l'ostacolo, confidando nella Provvidenza è riuscito a costruire una realtà che ha fatto sempre del bene a moltissime persone. La fiducia incrollabile nel futuro al di là di ogni avversità - ha concluso Lo Russo - è il messaggio più importante che emerge dalla vita del Santo e di tutti coloro che poi ne hanno seguito le orme proseguendone l'opera".

LO STUDENTATO BENEDETTO

Dopo la funzione religiosa, insieme al sindaco e al governatore, l'arcivescovo di Torino ha benedetto i locali del nuovo studentato "CStudio" nella Piccola Casa in via Ariosto 9 che conta 181 posti letto, di cui 11 per disabili, tre aule studio e un auditorium. Con loro anche gli studenti che vivono all'interno della struttura. Come Livia: "Vivere in questa casa è come stare una comunità, per me rappresenta una famiglia". 

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