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la polemica

La classe va in gita e 9 alunni restano a casa. Ma le mamme difendono la scuola

Polemiche alla Tommaseo. Prof e genitori: «Non discriminiamo nessuno. Ora siamo noi le vittime»

L'uscita degli alunni dalla Niccolò Tommaseo

L'uscita degli alunni dalla Niccolò Tommaseo

Alla fine c’è stata pure la riunione-fiume del consiglio d’istituto, convocato in “seduta di emergenza”. Perché di emergenza si tratta alla Tommaseo, dopo le polemiche sull’uscita didattica a Milano fatta dalla terza media dell’istituto diretto da Lorenza Patriarca, che è preside, ma anche consigliera Pd in Comune. Uscita didattica in cui gli alunni di una classe di terza media sono andati a Milano, negli studi di Radio24. Tutti? Non proprio. Solo 15 su 24. Gli altri? A scuola. Da qui l’ondata di polemiche, col ministro Giuseppe Valditara che ha parlato di «scelta non condivisibile». Ma perché a Milano sono andati solo in 15? La scuola ha scelto il criterio della media dei voti di fine primo quadrimestre per decidere. Tradotto, i più bravi in gita, i “meno bravi” a Torino. Apriti cielo. L’istituto è stato bersagliato da attacchi (anche sui social) e accusato di avere effettuato una scelta discriminatoria. Ma le famiglie della terza media (anche quelle dei ragazzi esclusi) sono insorte prendendo le difese di docenti e preside. Con una lettera, firmata da 23 famiglie su 24 della classe “incriminata”.

Ieri, all’uscita dei ragazzi da scuola (la classe è nell’edificio di via Verdi) i genitori difendevano la scelta fatta dai docenti. «Discriminare? Mai. La scuola è inclusiva. Il 1° giugno c’è un banchetto in via Cavour e si raccolgono soldi per chi non può pagare la gita - racconta una mamma che ha due figli alle medie - e la scuola ha anche pagato il bus per Mattie a una classe dove c’è un bimbo disabile, per non andare in treno». La docente del progetto, interpellata in merito, parla di «distorsione dei fatti» e che «non c’era modo di far andare a Milano più di 15 studenti. Escludere i più fragili? Mai pensato, neanche per un attimo». «Rigettiamo le accuse che offendono la comunità scolastica e ribadiamo piena fiducia nel corpo docente e nella dirigente - così la scuola dopo il consiglio d’istituto -. Nessuno, nelle settimane che l’hanno preceduta, si è rivolto ai propri rappresentanti in consiglio per lamentare la discriminazione per l’uscita didattica».

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