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IL CASO

Ex Maserati, spunta un'offerta per la Lear e i lavoratori (ma non tutti)

Al ministero incontro sul futuro della storica azienda di sedili per Stellantis

Un nuovo “socio” per salvare la Lear: «Ma sono in pericolo 295 lavoratori»

Una manifestazione d’interesse c’è stata. O, almeno, qualcuno sarebbe pronto a farsi carico del futuro della Lear e investire nella reindustrializzazione dello stabilimento di Grugliasco. Dietro l’ultima vertenza che preoccupa l’indotto di Stellantis nel Torinese, però, tornerebbe ad agitarsi lo “spettro” dell’Embraco. O, almeno, quello dello stesso “advisor” a cui era stata affidata la gestione della crisi dello stabilimento di Chieri.

Uno scenario di luci e ombre, insomma, quello che è emerso attorno al tavolo convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy che, lunedì pomeriggio, ha messo a confronto l’azienda e le parti sociali rappresentate da Fim, Fiom e Uilm, riportando all’attenzione «un quadro produttivo sempre più grave visto la nota situazione di Mirafiori». Un “effetto a catena” sull’indotto che paga il prezzo di un calo di produzione già calcolato in circa il 40% rispetto al numero di vetture uscite dalla fabbrica - da 7mila a circa 4mila - nonostante ulteriori annunci di “outplacement” e di reindustrializzazione dal partner in questione. Alla Lear, infatti, su 398 dipendenti, soltanto tre avrebbero trovato già un impiego altrove, mentre altri 53 sarebbero ancora impegnati nella fase di selezione.

Ma è sul fronte di una nuova vocazione dello stabilimento che si agitano le peggiori preoccupazioni. «Ci è stato detto che è pervenuta una prima manifestazione di interesse formale da parte di una impresa del comparto elettromeccanico e non esclusivamente legata all’automotive» spiegano le rapprentanze di Fim, Fiom e Uilm. «Data la drammaticità della situazione, chiediamo che la direzione aziendale continui nella ricerca di potenziali investitori nonché nella ricollocazione interna al gruppo a partire dalle unità di staff e di ricerca presenti proprio a Torino, oltre a tutti gli strumenti utili per poter attenuare il potenziale impatto sociale» aggiungono i sindacati nell’attesa di quello che sarà il prossimo incontro con l’azienda - previsto il 17 giugno - al fine di verificare l’andamento della occupazione, delle ricollocazioni e dei piani di reindustrializzazione. «Nel frattempo chiederemo alla direzione di Lear di avviare un confronto inerente un piano sociale complessivo».

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