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l'omicidio

Una vendetta lunga 60 anni: 'ndranghetista condannato

La sentenza pronunciata dalla corte d'Assise del tribunale di Ivrea

Trent'anni di carcere per Paolo Alvaro

Trent'anni di carcere per Paolo Alvaro

La Corte d'Assise del tribunale di Ivrea, nella giornata di ieri, ha condannato a trent'anni di reclusione Paolo Alvaro, finito a processo per un omicidio di ’ndrangheta avvenuto l’11 luglio 2004 nel comune di San Mauro Torinese. Paolo Alvaro, che ha 59 anni, già detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, incastrato da un'impronta lasciata su una bottiglietta di plastica recuperata poco dopo il delitto, era imputato per l'omicidio di Giuseppe Gioffrè, 77 anni, ucciso a colpi di pistola mentre si trovava su una panchina nel giardino davanti casa. Per quello stesso delitto era già stato condannato a trent’anni, con il rito abbreviato, Giuseppe Crea, 44 anni. Per Paolo Alvaro i pubblici ministeri della Dda di Torino, Livia Locci e Manuela Pedrotta, avevano chiesto la pena dell’ergastolo.

Giuseppe Gioffré era stato ucciso l’11 luglio 2004 a San Mauro, alle porte del capoluogo piemontese. Era originario di Sant’Eufemia d’Aspromonte (in provincia di Reggio Calabria) e aveva pagato con il sangue una lunghissima faida di ‘ndrangheta, risalente addirittura agli anni Sessanta. Una faida per ragioni commerciali. Gioffré aveva infatti ucciso due esponenti della cosca Dalmato-Alvaro, che si erano presentati nel bar-panetteria da lui gestito per risolvere un problema commerciale. L’attività di Gioffrè faceva infatti ombra a un’altra protetta dal clan rivale. Da lì, l’inizio della faida, con Gioffré ucciso poi a San Mauro nel 2004.

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