Dall'automotive alla manifattura, Torino è la città più "cassaintegrata" d'Italia
Aumentano anche nel resto del Piemonte le richieste di ammortizzatori sociali, l'allarme della Uil: «E la situazione non migliorerà nemmeno nei prossimi diciotto mesi»
Se il Piemonte registra un significativo incremento nelle richieste di cassa integrazione nel primo quadrimestre di quest’anno, Torino è nuovamente al primo posto tra le province a livello nazionale. Insomma, «la città più cassintegrata d’Italia» secondo l’ultima analisi fornita dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil Nazionale. Sono state richieste, infatti, 16.047.141 ore di cassa integrazione, con un aumento del 49,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo incremento è suddiviso in un +61,5% per la cassa integrazione ordinaria, +40,1% per quella straordinaria e una drastica riduzione dell’86% per quella in deroga. A livello nazionale, le ore autorizzate sono state 169.794.234, registrando un aumento del 16,8%.
L’analisi provinciale mostra un quadro variegato in Piemonte. Biella ha registrato un aumento del 138,4%, seguita da Verbania con un +91,9% e Novara con un +86,4%. Torino ha visto un incremento del 75,6%, consolidandosi come la provincia più colpita con 10.595.130 ore di cassa integrazione, diventando così la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Roma e Taranto. Altre province piemontesi come Alessandria (+19,1%) e Vercelli (+12,1%) hanno avuto aumenti più moderati, mentre Asti e Cuneo hanno visto una diminuzione rispettivamente del 5,6% e del 60,7%.
La cassa integrazione ha variato anche nei diversi settori produttivi in Piemonte. L’industria ha visto un aumento del 59,3%, l’edilizia del 22,8%, mentre il commercio ha registrato una diminuzione del 32,2%, contribuendo complessivamente al +49,4% regionale. «I dati sulle richieste di cassa integrazione nei primi quattro mesi dell’anno fanno emergere le difficoltà del tessuto produttivo ed economico della nostra regione. Torino, in particolare, torna ad essere la provincia con il maggior utilizzo di ammortizzatori sociali, sia per le tante crisi aziendali in corso - Lear, Te Connectivity, Del Grosso per citarne alcune - sia, soprattutto, per la pesante situazione nello stabilimento Stellantis di Mirafiori» commenta il segretario generale della Uil Piemonte, Gianni Cortese, sottolineando l’importanza di interventi strutturali per affrontare queste sfide. «Nei prossimi diciotto mesi è facile preventivare lunghi periodi di utilizzo degli ammortizzatori sociali, in attesa della produzione della nuova 500 ibrida che dovrebbe iniziare nel 2026. Per l’automotive, così come per gli altri settori produttivi, investiti da profonde trasformazioni che richiedono nuovi processi e prodotti, bisogna mettere in atto anche percorsi di aggiornamento e riqualificazione delle competenze, accompagnati da ricambi generazionali, per dare sicurezza occupazionale e rendere attrattivo il territorio della nostra regione».
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