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A Palazzo Nuovo non si ferma l'Intifada: rimangono le tende, biblioteche chiuse

Il Rettore incontra gli “acampados” e concede un’ulteriore apertura al dialogo: «Ma non boicotta Israele»

A Palazzo Nuovo non si ferma l'Intifada: rimangono le tende, biblioteche chiuse

Geuna incontra gli studenti

Palazzo Nuovo resta occupato. Si è svolto nel pomeriggio il tanto atteso incontro tra gli studenti che, dal 13 maggio, manifestano dentro e fuori l'ateneo, e Stefano Geuna. All'aprirsi delle porte della biblioteca del Rettorato, dove il "magnifico" ha incontrato gli occupanti, partono all’attacco gli "acampados", evidentemente delusi per il fatto che non avrebbero ottenuto il risultato a cui puntavano, ovvero, la cessazione immediata di qualsiasi tipo di collaborazione tra le università di Torino e quelle di Israele. Così, Palazzo Nuovo resterà occupato dall’Intifada.

«Dopo settimane di occupazione, una delegazione del Senato ha accettato la nostra richiesta di ascolto: richiesta che ci è stata negata per oltre venti giorni - spiega una portavoce del movimento Pro Palestina -. Quello che oggi siamo riusciti ad ottenere è un momento assembleare in cui senatori e senatrici, rettore e comunità studentesca si incontrano e possono valutare le mozioni che vogliamo presentare, documenti pronti da settimane, ignorati da settimane». Geuna si è infatti impegnato a dar loro la possibilità di esprimersi entro il prossimo mercoledì. «Ci ha assicurato poi una risposta in tempo breve oltre alla discussione in Senato e Cda delle mozioni che vogliamo presentare». A margine, il Rettore ha chiarito alcuni punti durante una conferenza stampa “flash”. «Raccoglieremo le loro mozioni: non era oggi il giorno in cui farlo. L'incontro era finalizzato a parlare di regole, non di contenuti» puntualizza Geuna. «La tensione si sta riducendo. Vogliamo andare avanti e prenderemo sul serio le mozioni proposte».

Intanto, però, gli studenti filopalestinesi restano con le tende a Palazzo Nuovo. E le biblioteche continuano a restare chiuse. Una numerosa comunità studentesca non potrà, così, usufruire dei locali dell'ateneo. Per fortuna, almeno le sessioni di esami non verranno annullate o spostate, tutte le date ricollocate in edifici vicini. Lo stesso per le sessioni di laurea. «Io voglio sperare che l'occupazione non fosse finalizzata a danneggiare gli altri studenti, cancellando sessioni, ma se così fosse risultato negativo. Al massimo qualche spostamento orario» rassicura Geuna. «Lavoratori e lavoratrici sono stati ricollocati o hanno operato in “smart working”. Danni? No, nessuno, ma quel palazzo necessita manutenzione e sono tre settimane che questa manca».

Sicuramente, lo sgombero non è preso in considerazione nonostante «la situazione abbia già assunto temporalmente un lasso molto lungo» come lo stesso Geuna non nasconde. «Francamente spero che la scelta degli studenti sul termine dell'occupazione non sia relativa a cosa verrà deciso in Senato: di contro, si parlerebbe di ricatto». Un'apertura al dialogo che il Rettore vuole intendere come «positiva». Intanto, in diverse città italiane - Cagliari e Palermo in testa - ma anche nel resto d’Europa le stesse proteste sono giunte al termine e molte occupazioni degli studenti hanno ottenuto la fine delle collaborazioni con Israele.

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