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L'ANALISI
20 Giugno 2024 - 16:00
L’economia del Piemonte continua a crescere, poco e meno dello scorso anno. Secondo il rapporto annuale della Banca d’Italia, infatti, l’ultimo aumento del Pil non arriva al punto percentuale, attestandosi allo 0,9%, in linea con la media nazionale risultando, però, inferiore rispetto all’anno precedente. Un rallentamento che riflette «la debolezza del quadro macroeconomico internazionale», gli effetti della «restrizione monetaria» e l’accresciuta «incertezza geopolitica». Nel primo semestre, l’attività economica è stata sostenuta, ma è stata seguita da una contrazione nel secondo semestre.
Tirano le esportazioni
Nel settore industriale, la produzione e il fatturato delle imprese sono cresciuti grazie all’andamento favorevole delle esportazioni, soprattutto nel comparto dei mezzi di trasporto. Tuttavia, la produzione è diminuita nella seconda metà dell’anno. Anche nel settore delle costruzioni si è registrata una crescita, seppur a ritmi più contenuti rispetto al biennio precedente. Gli incentivi fiscali, come il Superbonus, e i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno sostenuto l’attività nel settore delle costruzioni. Nel terziario, la crescita è proseguita, con una dinamica positiva per i servizi alle imprese e quelli connessi al turismo, mentre il commercio non alimentare e i servizi alla persona hanno mostrato debolezza.
Calano gli investimenti
Gli investimenti delle imprese industriali sono diminuiti a causa dell’incertezza e dei tassi di interesse elevati, ma sono proseguiti gli acquisti di macchinari avanzati e impianti a maggiore efficienza energetica. Particolare rilievo hanno avuto gli investimenti nel fotovoltaico, che hanno aumentato la capacità produttiva di energia da fonti rinnovabili. Il mercato immobiliare ha visto una riduzione delle compravendite di abitazioni del 8,9% a causa dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui, sebbene le transazioni rimangano superiori ai livelli prepandemia. Le esportazioni piemontesi sono cresciute del 7,3% nel 2023, con un contributo significativo dalle imprese multinazionali. L’export verso l’Unione europea è aumentato del 12,4%, mentre al di fuori dell’Ue la crescita si è arrestata. Il mercato del lavoro ha visto un incremento dell’occupazione, principalmente a tempo pieno e con contratti permanenti. Tuttavia, i livelli occupazionali prepandemia non sono stati ancora recuperati. Le dinamiche demografiche negative, come il saldo naturale negativo e l’emigrazione di giovani laureati, continuano a influenzare negativamente la forza lavoro.
Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito a causa dell’inflazione, mentre i consumi hanno rallentato dopo un biennio di forte crescita. I prestiti per l’acquisto di abitazioni sono diminuiti, ma il credito al consumo è aumentato, in particolare per l’acquisto di autoveicoli. Le famiglie hanno anche riallocato il loro portafoglio finanziario verso strumenti più remunerativi, con un calo dei depositi in conto corrente e un aumento degli investimenti in titoli di Stato. Il mercato del credito, invece, ha registrato una diminuzione del credito bancario al settore privato non finanziario, con politiche di offerta più prudenti da parte degli intermediari. Il tasso di deterioramento dei prestiti è aumentato lievemente, ma rimane su livelli contenuti. Nel settore della finanza pubblica decentrata, la spesa corrente e quella in conto capitale degli enti territoriali piemontesi sono aumentate, sostenute dalle risorse del Pnrr.
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