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IL FATTO
25 Giugno 2024 - 16:59
Iren volta pagina. L’amministratore delegato Paolo Signorini è stato lincenziato “per giusta causa oggettiva” dopo il provvedimento di custodia cautelare dello scorso 7 maggio scattato a seguito delle indagini in corso della Procura della Repubblica di Genova e confermate anche dopo le istanze avanzate dalla sua difesa. «Un’impossibilità, ormai irreversibile e non più soltanto temporanea, di esercizio delle sue funzioni di dirigente apicale» secondo il consiglio di amministrazione del Gruppo che, oltre all’allontanamento di Signorini, ha anche deliberato un importante piano di investimenti.
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Ben 82 miliardi di euro in sette anni per potenziare le reti energetiche, il ciclo idrico, la capacità rinnovabile e l’impegno nel settore ambientale di Iren che, fino al 2027, prevede una crescita del dividendo dell’8%. Risorse che sosterranno una crescita della “marginalità” di oltre 600 milioni di euro rispetto allo scorso anno, con un “valore aggiunto” atteso di circa 18 miliardi di euro e un “tasso composto di crescita annule“ dell’utile netto del 7% al 2030. Il piano si basa su investimenti organici, focalizzati sui settori regolati e flessibili. «Confermiamo la visione strategica fondata sulla transizione ecologica, la territorialità e la qualità dei servizi, introducendo una nuova allocazione del capitale con un piano di investimenti solido e flessibile - commenta il presidente esecutivo del Gruppo Iren, Luca Dal Fabbro -. A questi elementi si aggiunge un’elevata attenzione alla disciplina finanziaria e una “dividend policy” con un dividendo per azione del +8% fino al 2027». Gli investimenti consentiranno una crescita del valore aggiunto grazie a un aumento della marginalità di 600 milioni di euro nel 2030 rispetto al 2023. I principali settori di crescita includono le reti di distribuzione, il trattamento e smaltimento dei rifiuti, la generazione rinnovabile e la crescita dei clienti retail. «Il Piano Industriale conferma la traiettoria strategica e sostenibile intrapresa da Iren con obiettivi sfidanti - aggiunge il vicepresidente del Gruppo Iren, Moris Ferretti -. L’impegno verso un uso sostenibile della risorsa idrica permetterà di ridurre del 20% le perdite idriche al 2030. Lo sviluppo di nuovi impianti di trattamento rifiuti raddoppierà la materia recuperata e l’estensione dei volumi teleriscaldati supporterà la transizione ecologica delle città. Continueranno gli investimenti per la decarbonizzazione delle fonti di produzione, con l’obiettivo di dimezzare l’intensità carbonica rispetto al 2020. Gli investimenti e il consolidamento di Sienambiente rafforzeranno la presenza di Iren in Toscana, abilitando nuove opportunità. Saranno valorizzate le risorse umane con circa 2.400 nuove assunzioni». La visione strategica al 2030 si articola su tre pilastri fondamentali: transizione ecologica, creazione di valore dai territori e qualità del servizio. Una visione sostenibile, con target di medio e lungo termine in linea con gli obiettivi europei del Sustainable Development Goals e validati dal Science Based Target initiative. L’aggiornamento del piano industriale prevede investimenti lordi per 82 miliardi di euro, di cui il 60% per investimenti di sviluppo e il 40% per mantenimento. Circa il 94% degli investimenti sono destinati alla crescita organica e solo il 6% a operazioni di consolidamento. Inoltre, l’80% degli investimenti sono focalizzati sui settori regolati, per potenziare, ammodernare e digitalizzare i servizi a rete, sviluppare capacità rinnovabile e incentivi, estendere il teleriscaldamento e migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani.
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Oltre 58 miliardi di euro saranno indirizzati a progetti che concorrono al raggiungimento dei “target” di sostenibilità, per supportare la trasformazione a città resilienti, la transizione energetica, la gestione sostenibile della risorsa idrica e l’economia circolare».
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