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L'inchiesta

L’imprenditore paga le nozze alla figlia di Signorini. E lui lo nomina come consulente in Iren

Retroscena nell'indagine-terremoto che scuote politica e imprenditori dopo gli arresti di Giovanni Toti e Aldo Spinelli

L’imprenditore paga le nozze alla figlia di Signorini. E lui lo nomina come consulente in Iren

Paolo Signorini «si è fatto tirare moltissimo dentro questa vita fatta di lusso sfrenato, di soldi che piovono», come si sente in una conversazione intercettata. Ed è anche per questo che l’a.d. e direttore generale di Iren è l’unico finito in carcere fra gli indagati dell’inchiesta che ha sconvolto (ancora) il mondo della politica italiana, fra mazzette, escort e soggiorni di lusso: per il governatore ligure Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli, ex presidente dei club calcistici di Genoa e Livorno, sono scattati “solo” gli arresti domiciliari.

Il motivo di questo trattamento è nelle oltre 600 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ricostruiscono un sistema che ricorda da vicino Tangentopoli. E il caso di Signorini preoccupa anche la politica torinese, visto che Palazzo di Città è il secondo azionista di Iren: il primo è Genova, il cui sindaco Marco Bucci ha indicato il suo uomo di fiducia al collega Stefano Lo Russo e agli altri azionisti. Che hanno dato il via libera alla nomina di Signorini al vertice della società che a Torino gestisce le reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento.

Il manager, 59 anni, ha traslocato alla guida di Iren ad agosto 2023 e va precisato che le accuse di corruzione risalgono a quando era a capo dell’Autorità del Porto di Genova. Ma va anche detto che il manager 59enne non ha smesso di approfittare della “generosità” dell’imprenditore Aldo Spinelli, che gli offriva suite d’albergo, massaggi e fiches per il casinò in cambio di favori sul Porto. Infatti è ancora stato a Saint Vincent e a Montecarlo tra il 19 e il 28 aprile 2024, dieci giorni fa.

E’ la dimostrazione che c’è «il rischio di nuovi comportamenti corruttivi» nel suo ruolo in Iren, come scrive Paola Faggioni, la giudice che ha ordinato l’arresto di Signorini. La stessa che, nella riga successiva, fa notare come il manager abbia designato Mauro Vianello come suo consulente nell’azienda partecipata dai Comuni di Torino e Genova.
Vianello è un altro imprenditori che ha molti interessi nel porto ligure, così come Spinelli e il suo ex partner Gianluigi Aponte, armatore proprietario di Msc (e di recente anche del quotidiano Il Secolo XIX).

Nello specifico, il 70enne Vianello è un imprenditore portuale che avrebbe guadagnato parecchio dall’amicizia con Signorini, che proprio oggi verrà interrogato in carcere: l’ex presidente dell’Autorità avrebbe concesso un aumento delle tariffe orarie per i servizi di vigilanza del porto, offerti dalla Santa Barbara srl di Vianello. Il quale, in cambio del favore, avrebbe “fornito” l’auto, un soggiorno in un appartamento e un Apple watch all’amico Signorini. Non solo, gli ha anche pagato 6.600 euro di catering per il matrimonio della figlia (e altri 15mila li ha messi Spinelli, cercando di farlo passare come un regalo di nozze).

Basta così? No, a chiudere il cerchio c’è un altro fatto citato dalla giudice sulla base di articoli usciti sul Secolo XIX a novembre: «Senza informare il cda dell’azienda e senza procedere ad alcuna selezione dei candidati, Signorini ha chiamato Vianello come suo consulente in Iren, con il compito di curare i rapporti con il territorio e lo sviluppo dei progetti in Liguria. Secondo gli organi di stampa, il compenso per il contratto di consulenza avrebbe avuto un valore di circa 200mila euro annui con possibilità di rinnovo». Una nomina su cui «dovranno essere svolti gli opportuni accertamenti investigativi» ma «significativa e comprovante il rapporto privilegiato tra i due». E che ora è stata revocata da Iren, come precisa l’azienda in una nota: «La consulenza è stata decisa e disposta dall’a.d, nell’ambito dei propri poteri, in piena autonomia. Il CdA straordinario del 7 maggio, che ha revocato le deleghe all'a.d, ha anche deliberato di sospendere immediatamente tale contratto di consulenza».

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