l'editoriale
Cerca
L'UNIVERSITA'
02 Luglio 2024 - 08:48
Palazzo Nuovo è pulito. Resta solo quella scalinata dove è stata dipinta una bandiera palestinese: i locali, dentro, sono stati ritinteggiati. Nottolini riparati, via le scritte dalle pareti, infissi nuovamente funzionanti. Una settimana di lavoro. Quanto è costata? «Non ho ancora una stima precisa» spiega il rettore Stefano Geuna. «Sicuramente parliamo di molte migliaia di euro». E chi li paga questi danni? «Stiamo valutando se chiedere un risarcimento agli occupanti».
Occupanti identificati dalla Digos: tra i reati segnalati, interruzione di pubblico servizio e occupazione di edifici. Resta anche la curiosità legata ai pasti dei Pro-Pal: diverse testimonianze asseriscono venissero preparati nelle cucine di Asktasuna. Il centro sociale ufficialmente vuoto. E se la situazione di Palazzo Nuovo sembra tornare alla normalità, così non è per il Politecnico di corso Duca degli Abruzzi. Ancora occupato, sempre dagli stessi “acampados”, alcuni dei suoi locali sembrano versare in condizioni pietose, secondo diversi studenti: in Aula Magna, solitamente utilizzata per le cerimonie di lauree, profilattici (usati) in terra e docce improvvisate “costruite” con materiali di recupero.
L’aula Emma Strada, la stessa in cui si svolse la cerimonia di subentro del rettore Stefano Corgnati, oggi dormitorio «pieno di scritte e immondizia». E ancora, occupata recentemente anche una terza aula, appartenente al Dipartimento di Elettronica.La scorsa settimana gli occupanti han cercato di bloccare gli accessi al Rettorato del Politecnico: le immagini che loro stessi hanno diffuso sui social li mostravano incatenati, con assi di legno: qualcuno di loro a salirci ci è anche riuscito, prima che la vigilanza sbarrasse gli ingressi. E chi ce l’ha fatta a intrufolarsi, pare abbia aggredito con un calcio una segretaria.
La notte dopo gli acampados mostravano video - tramite i loro account social - dove imbrattavano con vernice rosa alcuni dipartimenti del Politecnico: l’ingresso a Tne, in corso Settembrini, la sede del Valentino e ovviamente la principale in corso Duca degli Abruzzi. Poi, tutti alla cittadella in corso Castelfidardo, e questa volta la vernice rossa è toccata alla sede di Avio. «Il 15 luglio cominceranno le lauree» spiega il professor Amedeo Manuello, docente di ruolo in Scienze delle costruzioni proprio al Politecnico. “Io mi sono stufato di tacere” continua Manuello, autore di una lettera aperta al Senato e di una successiva petizione che in meno di 24 ore ha raccolto oltre mille firme. Petizione che al docente è anche costata diversi messaggi di odio e minacce.
«Tra poco cominceranno le vacanze e nelle stanze del Politecnico ci sono diversi oggetti di valore: chi piantonerà? Gli occupanti hanno creato diversi danni in ateneo, potrebbero crearne altri». Di recente un nuovo tavolo di discussione ha coinvolto un gruppo di manifestanti (regolarmente iscritti al Politecnico): nessun accordo è stato trovato. Per gli accampati l’unica opzione per andarsene resta lo stop dei progetti che coinvolgono in qualche modo Israele. «La policy dell’ateneo sul dual-use è chiara: ogni progetto sviluppato che possa avere - anche - un uso militare o lesivo verso le persone viene bloccato dal Politecnico stesso» conclude Manuello.
"Chi rompe paga: un principio valido per tutti, anche e soprattutto per chi ha tenuto in ostaggio l’Università di Torino per 40 giorni e causato danni per migliaia di euro. Chiedere agli occupanti di Palazzo Nuovo di risarcire è un dovere, soprattutto nel rispetto dei cittadini onesti che pagano le tasse e vogliono esercitare il proprio diritto allo studio" commenta Elena Chiorino, vice presidente con delega al Diritto allo Studio Universitario della Regione Piemonte.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..