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IVREA

Ancora un'aggressione ai danni di un'infermiera: questa volta è successo all'ospedale di Ivrea

Il sindacato delle professioni infermieristiche ha denunciato la situazione critica

Ancora un'aggressione ai danni di un'infermiera: questa volta è successo all'ospedale di Ivrea  (immagine di repertorio)

Ancora un'aggressione ai danni di un'infermiera: questa volta è successo all'ospedale di Ivrea (immagine di repertorio)

Ancora una volta un episodio di violenza contro il personale sanitario. Nella giornata di ieri, un'infermiera del pronto soccorso dell'ospedale di Ivrea è stata aggredita da un paziente

A denunciare l'accaduto è stato Giuseppe Summa, segretario del Nursind di Torino, il sindacato delle professioni infermieristiche: «È di giovedì pomeriggio l'ennesima aggressione ai danni di un'infermiera che lavora presso il pronto soccorso di Ivrea. Per dovere di cronaca, non si tratta di un paziente in stato di alterazione da sostanze stupefacenti o alcool, come avvenuto in altre situazioni, ma sottoposto a TSO. La collega fortunatamente ha riportato solo una contusione a un dito della mano durante la procedura di posizionamento di un accesso venoso al paziente, ma poteva sicuramente andare peggio».

Le aggressioni non si limitano ai pronto soccorso, ai Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e ai reparti di degenza. Anche il personale delle cure domiciliari è spesso vittima di violenze. «In questo caso, rispetto ai reparti ospedalieri, la situazione è potenzialmente ancora più pericolosa», ha sottolineato Summa. Gli infermieri che prestano cure a domicilio si trovano soli e in un ambiente a loro sconosciuto, esponendosi, quindi, a rischi maggiori.

Summa ha concluso con un appello: «Auspichiamo che il direttore generale riprenda in mano in tempi rapidi il tema delle aggressioni, perché se è vero che è diffuso a livello nazionale, ricordiamo che il datore di lavoro ha l'obbligo di tutelare la salute dei dipendenti. Alcune aziende italiane sono state condannate a risarcire il personale per i danni subiti. Come sindacato, non vorremmo arrivare a chiedere risarcimenti per le aggressioni ai danni dei dipendenti, ma prevenirle. Purtroppo, abbiamo la sensazione che sul problema delle aggressioni non se ne voglia nemmeno più parlare, perché è visto come di difficile risoluzione, se non addirittura irrisolvibile. Però i problemi vanno affrontati e, se non ci si siede a un tavolo, non potranno fare altro che peggiorare ulteriormente, con situazioni che in alcuni casi sono sfociate in tragedie».






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