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SANITà
20 Luglio 2024 - 19:40
Abbattere le liste d’attesa entro l’autunno. Sarà questo uno dei primi parametri su cui saranno valutate le “prestazioni” delle Aziende sanitarie del Piemonte. Almeno dal piglio con cui l’assessore alla Sanità della Regione, Federico Riboldi, si è rivolto incontrando per la prima volta i direttori delle Asl, pare ci sia poco di cui sorridere. Visto il “rosso” da 400 milioni di euro dei bilanci previsionali e almeno 100 milioni di euro spesi nel 2023 per appaltare servizi ai “gettonisti” delle cooperative.
Riboldi sembra chiedere risultati fin da subito. O, meglio, appena tornati dalle ferie. La priorità indicata dall’assessore è il “male atavico” della sanità ma non l’unico. «Ci sono questioni che sono incancrenite da tantissimo tempo, ci sono questioni che ci trasciniamo, ci sono situazioni che i cittadini ci indicano puntualmente come non efficienti e non rispondenti alla richiesta di sanità pubblica che loro esprimono» ha spiegato l’assessore senza mezzi termini. Anzi, «quelle questioni vanno sciolte, vanno sciolte rapidamente, come vanno sciolti rapidamente i rapporti tra pubblico e privato, come dobbiamo procedere a grandissimi passi con l’Agenzia Nazionale dell’intelligenza artificiale per creare il nuovo Centro unico di prenotazione, come va varato rapidamente il nuovo piano sociosanitario».
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Trentotto anni e piglio deciso di chi ha affrontato in ultima istanza il dramma infinito dell’Eternit nella sua Casale, Riboldi ha accettato l’incarico non senza la responsabilità. «L’ho fatto esclusivamente perché sono convinto che la nostra azione quotidiana, l’empatia che noi trasmettiamo alle persone del nostro territorio, la capacità che abbiamo di fare sintesi e di trovare processi innovativi modifica in maniera radicale la vita delle persone che più soffrono». Da qui il mandato perentorio ai direttori. «Quando vi chiederò di correre non lo farò perché voglio terminare il mio mandato con una performance migliore, ma perché noi dobbiamo correre per poter passare la palla a chi è indietro, cosa che nella vita succede poco, ma che in sanità dobbiamo prendere come dogma, deve essere la nostra stella polare».
A chi fossero sembrate soltanto parole Riboldi ha chiarito ogni dubbio immediatamente. «Sarò ovviamente costretto, perché questo me lo impone l’etica di amministratore pubblico a effettuare delle valutazioni sui risultati e nel merito dei principali dossier che abbiamo in mano». E per abbattere le liste d’attesa chiede sacrifici, Riboldi. «Non possiamo avere sbavature, dobbiamo lavorare giorno e notte, dovremo sacrificare sabati e domeniche, serate, qualche giorno di ferie, ma dobbiamo arrivare all’autunno con una soluzione e già dei risultati in mano».
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