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IL FATTO
21 Luglio 2024 - 11:48
Ha visto i fuochi d'artificio in via Cellini e si avvicinato. Poi ha tirato fuori il cellulare ed è stato preso a calci e spintoni: a raccontarlo è il giornalista Andrea Joly, che si è fatto medicare alle Molinette e poi ha sporto denuncia in questura. E sta raccogliendo la solidarietà di sindacati e politici di ogni parte politica, compresa la premier Giorga Meloni: «Un atto di violenza inaccettabile che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L'attenzione del Governo è massima e ho chiesto al Ministro dell'Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso».
Cos'è successo
Joly si trovava in via Cellini per caso e ha notato movimento davanti all'Asso di Bastoni, pub che proprio ieri sera festeggiava i 16 anni di vita. A quanto risulta, il cronista ha scattato foto e video alle circa 150 persone presenti. Qualcuno se n'è accorto e, secondo quanto racconta lui, gli è andato incontro e gli ha chiesto chi fosse: «Sei dei nostri? Perché fai le foto?». Subito dopo sarebbero cominciati strattoni e spinte, con addirittura una sorta di scivolata calcistica per "atterrare " il giornalista e impedirgli di scappare. Qualcuno gli avrebbe addirittura messo le mani al collo mentre, dai balconi, i residenti urlavano di lasciarlo andare via. Poi Joly è riuscito a divincolarsi e a scappare con la maglietta strappata, come mostrano i video girati dai residenti dei balconi.
Dopo il passaggio alle Molinette per medicare le escoriazioni a gomiti e ginocchia, Joly si è presentato in questura per la denuncia. La Digos ha immediatamente avviato le indagini, acquisendo i video e visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza per ricostruire l'accaduto e identificare i responsabili dell'aggressione.
Secondo quanto riferito da Asso di Bastoni all'agenzia Ansa, i militanti hanno visto una persona che stava facendo foto e video e quando gli hanno chiesto chi fosse «non si è identificato come giornalista ma, anzi, ha spintonato dei ragazzi creando un battibecco». Proseguono così nella loro difesa: «Perché mai i nostri tesserati dovrebbero "aggredire" un giornalista quando sono sempre stati invitati e ospitati e abbiamo sempre accettato reportage di qualunque testata giornalistica?».
Solidarietà e condanna da politici e sindacati
Intanto politici e sindacati, a livello locale e nazionale, stanno esprimendo vicinanza al cronista e condanna dell'accaduto. Per esempio il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, è intervenuto sulla vicenda con una nota: «Esprimiamo solidarietà al giornalista che stanotte è stato aggredito da alcune persone vicine a Casa Pound mentre cercava di documentare un evento che le vedeva protagoniste. Episodi di violenza e vile aggressione come questo, di cui mi auguro vengano accertate al più presto le responsabilità, non devono avere spazio nella nostra città. Non possono essere assolutamente tollerati e vanno condannati con fermezza, da tutte le forze politiche. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia e ogni attacco a chi esercita il diritto di informare è un attacco ai valori democratici stessi». Aggiunge il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: «Desidero esprimere piena solidarietà al giornalista e a tutta la redazione per l'aggressione subita. La violenza è inaccettabile e va condannata sempre e con nettezza, da qualsiasi parte provenga, e mi auguro che vengano presto accertate le responsabilità. Al cronista Andrea Joly che conosco personalmente e di cui apprezzo il lavoro, ho voluto confermare poco fa il mio incoraggiamento e gli auguri di pronta guarigione oltre alla garanzia che, per parte nostra, la libertà di stampa sarà sempre considerata un caposaldo della nostra democrazia e difesa da ogni attacco».
Solidarietà via Facebook anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Nel rivolgere la solidarietà mia personale e quella del Senato della Repubblica al giornalista Andrea Joly, desidero sottolineare con profonda soddisfazione come tutte le forze politiche stiano prontamente condannando - com'è giusto che sia - questo gravissimo episodio. Ribadiamo con forza il nostro no ad ogni forma di violenza».
Antonio Tajani, vice premier e ministro degli Esteri, si sfoga: «A Torino aggredito un giornalista da estremisti di destra, a Roma due ragazzi picchiati perché omosessuali, minacce di morte a Forza Italia - scrive su X - Troppa violenza e intolleranza contro chi non la pensa come te».
Troppa violenza e intolleranza in Italia contro chi non la pensa come te.A Torino aggredito un giornalista de @LaStampa da estremisti di destra,a Roma due ragazzi picchiati perché omosessuali,minacce di morte a @forza_italia .Condanniamo con grande fermezza ogni violenza!
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) July 21, 2024
Scrive su X anche il giornalista e ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: «Gesti di questo tipo sono contrari alla democrazia e alla convivenza civile e sono inammissibili ancor più perché colpiscono la libertà di stampa». Dichiara il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto: «Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della nostra civiltà e della nostra democrazia: la libertà di stampa ha grande valore e la sua difesa è dovere fondamentale. Mi auguro che siano accertate al più presto le responsabilità». Mentre Maria Elena Boschi anticipa un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, Elly Schlein si rivolge a Meloni: «Esprimo grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare - riflette la segretaria del Partito democratico - Cos'altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno di intervenire immediatamente».
Solidarietà anche da Paola Ambrogio, senatore torinese di Fratelli d'Italia: «Non c'è spazio per le polemiche e le strumentalizzazioni di opportunismo politico. La violenza è deve rimanere intollerabile, sempre e comunque. In Italia la libertà di informazione è un tassello democratico che nessuno si sogna di mettere in discussione». «Atti di violenza sono inammissibili e non possono trovare alcuna tolleranza: è ingiustificabile ogni azione aggressiva o intimidatoria, tanto più odiosa quanto limita le libertà» dichiara il vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla camera, la torinese Augusta Montaruli. Aggiunge Giovanni Crosetto, europarlamentare e capogruppo di Fdi in Comune a Torino «Questi metodi violenti ed intimidatori non hanno nulla a che vedere con i principi liberali e democratici secondo i quali si dovrebbero svolgere il dibattito e la contrapposizione politica. Noi siamo liberi di condannare questi episodi senza problemi, la sinistra no, in quanto chi utilizza quella stessa violenza (che non ha colore politico) viene prima divinizzata e poi fatta eleggere all’Europarlamento». «Certe azioni vanno condannate senza se e senza ma - interviene Fabrizio Ricca (Lega) - Mi auguro che le forze dell’ordine identifichino i responsabili e li pongano davanti alla gravità delle loro azioni».
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