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il caso

Dove rubano i ladri a Torino? Oggi i furti si fanno in chiesa. Ecco perché

Le ultime ad essere colpite sono state corso Racconigi e il Santo Volto. Ma gli episodi sono già tantissimi da inizio anno

La chiesa di corso Racconigi e il Sacro Cuore di via Nizza, due edifici nel mirino dei ladri

La chiesa di corso Racconigi e il Sacro Cuore di via Nizza, due edifici nel mirino dei ladri

Le ultime due parrocchie ad essere colpite, questa settimana, sono state corso Racconigi e il Santo Volto. Prima era toccato alla Chiesa della Visitazione, al Santuario Madonna del Pilone, al Sacro Cuore. E questo solo a Torino, perché i ladri hanno “visitato” anche la Sacra di San Michele, santuario simbolo del Piemonte. Sono quasi una decina, i furti ai danni di chiese e santuari da inizio anno. I ladri ormai rubano di tutto: soldi delle offerte (a volte persino gli offertori) e oggetti sacri. I parroci hanno già lanciato l’allarme, ma non è facile fermare i malviventi. Che per rubare nella Casa del Signore usano anche delle “tecniche” molto particolari.

L’escalation di furti
«L’uomo che hanno arrestato veniva in chiesa tutti i giorni. Mettere le telecamere? Impossibile, costano troppo e stiamo facendo altri lavori alla chiesa. Anzi, siamo noi che a turno dobbiamo fare i guardiani». A parlare è don Stefano Turi, parroco di corso Racconigi. Pochi giorni fa, la sua chiesa ha subìto il furto di 100 euro da parte di un malintenzionato arrestato dai carabinieri. Nello stesso giorno, dal Santo Volto sono stati trafugati un leggio in legno, una tovaglia, i cavi dei microfoni, un mazzo di fiori e pure la bicicletta del parroco, don Mauro Giorda. A febbraio, dalla Chiesa della Visitazione era sparito un antico offertorio in legno. A riconsegnarlo al legittimo proprietario, un mese dopo, sono stati i militari del Nucleo radiomobile, che hanno poi denunciato il responsabile del furto. A fine gennaio, vittima dei ladri è stata la Chiesa della Madonna del Pilone: rubate le teche per la comunione dei malati, i malviventi durante il colpo avevano distrutto anche la statua della Madonna. Poi, con l’auto del parroco, don Gianni Tesio, avevano compiuto una spaccata in una tabaccheria di Pino Torinese. Si trattava di due marocchini di 36 e 39 anni, arrestati dai carabinieri. A marzo, in via Nizza, una banda di rom aveva derubato un’anziana durante la messa del mattino. Insomma, colpi a raffica nei luoghi di culto. E non solo a Torino, perché ad essere colpita, a luglio, è stata anche la Sacra di San Michele. In quell’occasione sono stati rubati soldi, monete d’oro e anche gli effetti personali dei religiosi, per un bottino totale di mille euro. Arrestato per il colpo un 34enne dell’Est Europa.

Le “tecniche” dei ladri
Porte aperte a tutti, nessuna sorveglianza, assenza totale o quasi di telecamere. Insomma, se colpire in banca o alle Poste sta diventando complicato, e nei negozi c’è il rischio di fare scattare l’allarme o finire nei video della videosorveglianza, ecco che le chiese e le parrocchie diventano luoghi di più facile preda. Certo, non che da rubare ci sia molto. Qualche oggetto in argento, dei candelabri, soldi delle offerte che raramente superano i cento euro. Insomma il bottino è piuttosto magro ma i colpi si susseguono. E anche con delle tecniche particolari. Una di queste prevede l’utilizzo del metro e della calamita. I ladri usano appunto un metro avvolgibile con una calamita applicata all’estremità, con la quale “attirano” le monete dagli offertori. Per portarsi via le banconote, invece, i malviventi piazzano dello scotch biadesivo nella fessura dove vengono infilati i soldi. Due trucchi nemmeno troppo complicati, che vengono usati anche ai distributori, per esempio quelli delle stazioni di servizio.

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