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CARCERI
15 Agosto 2024 - 12:47
Foto di repertorio
E’ un agosto bollente nelle carceri piemontesi. E in molti pensano che il peggio debba ancora arrivare: da giorni nei corridoi dei penitenziari si parla di nuove rivolte da organizzarsi nelle prossime ore e c’è chi continua a implorare le istituzioni perchè ogni rischio venga scongiurato. «Caldo e sovraffollamento, in aggiunta alla scelta della politica di non affrontare le problematiche, possono essere un pericoloso innesco. Le proteste sono legittime se a base di dialogo, diversamente a quelle che vi sono state ultimamente al Ferrante Aporti e alle Vallette» afferma Bruno Mellano, garante regionale dei detenuti.
Anche il personale di polizia penitenziaria dorme sonni poco sereni, riguardo le settimane che verranno: «Il rischio di rivolte di particolare violenza nelle carceri è non solo reale ma, dato il periodo, quanto mai probabile tenuto conto del periodo di estrema calura e delle misure di scarso impatto sul sovraffollamento penitenziario adottate di recente dal Governo. Il problema è però anche legato alla evidente e mai veramente sanata carenza nell'organico di Polizia Penitenziaria di circa il 70% delle carceri sul territorio che renderebbe arduo affrontare le emergenze di maggiore gravità» dichiara il segretario generale Osapp Leo Beneduci.
E nel frattempo, alle Vallette continuano a entrare nuovi detenuti. «Il punto è che di questo sovraffollamento non si vede il limite, non si vede la fine. Non sappiamo se da qui a fine anno i numeri cresceranno ancora, i detenuti entrano a bizzeffe ed escono con il contagocce» commenta Maurizio Basile, avvocato e vicepresidente della Camera Penale del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta. Intanto, sui social circola una lettera che sembrerebbe scritta da una detenuta del padiglione femminile: «Dal 15 agosto cominciamo con lo sciopero del carrello. Quando “i decisori” torneranno dalle vacanze cominceremo uno sciopero della fame».
E ci sono novità anche riguardo al minorile: sale a 18 il numero dei giovani detenuti finiti sotto inchiesta per la rivolta del Ferrante Aporti. Successivamente alla denuncia della Procura minorile (che aveva iscritto sul registro degli indagati 15 nomi di altrettanti ragazzi, tutti minorenni e molti italiani) anche la Procura ordinaria ha indagato tre persone. Le accuse per loro sono di devastazione e incendio. Un egiziano, un tunisino e un marocchino, tutti maggiorenni tra i 18 e i 25 anni. I tre si trovano al Ferrante Aporti per scontare pene relative a reati commessi da minorenni. Nel frattempo continuano le indagini e le ricostruzioni della notte tra l’1 e il 2 agosto: ore di altissima tensione non solo al Ferrante Aporti ma anche alle Vallette per quella che per un po’ racconteremo come la notte di fuoco delle carceri di Torino: in ambo i penitenziari le sommosse sono state violenti causando diversi feriti tra gli agenti penitenziari. E su questo “legame” sono in corso gli accertamenti: una sola regia dietro le 2 rivolte? L’ipotesi di chi indaga è che i “grandi” abbiano creato un diversivo per concentrare le forze dell’ordine nel quartiere Vallette e permettere così ai “piccoli” del minorile di tentare l’evasione di massa.
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