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CARCERI

Ferrante Aporti, un milione mezzo i danni causati da quella che passerà alla storia come la più grande rivolta del carcere minorile torinese

Tra quelli che sono ritenuti responsabili della sommossa del 1°agosto figurano una ventina di giovani detenuti, suddivisi in due gruppi distinti: un gruppo composto da rapinatori nordafricani, numericamente superiore e un secondo gruppo, più ridotto, di detenuti italiani

Ferrante Aporti, dopo la rivolta del 1° agosto

La rivolta iniziò di sera, dopo l’ora d’aria. A dare il via alle danze sono stati alcuni roghi accesi da gruppetti di ragazzini nella biblioteca. Da lì, il degenero. Armadi fatti a pezzi, tirati via dai muri. Porte spaccate, finestre ridotte in frantumi, uffici violati e faldoni di documenti bruciati. Nemmeno i bagni sono rimasti intonsi dopo quella notte. E' stata la più grande rivolta nella storia del minorile. E ora sono arrivati i bilanci. Oltre un milione e mezzo di danni, penitenziario parzialmente inagibile.  Nessun nuovo arrestato può esser collocato nel carcere.

 Tra quelli che sono ritenuti responsabili dell'assalto al Ferrante Aporti, figurano una ventina di giovani detenuti, suddivisi in due gruppi distinti: un gruppo composto da rapinatori nordafricani, numericamente superiore e un secondo gruppo, più ridotto, di detenuti italiani. Fra loro vi è un sedicenne, già condannato per il tentato omicidio di Mauro Glorioso, lo studente di medicina colpito ai Murazzi del Po da una bicicletta elettrica nel gennaio del 2023. Il giovane ha negato di aver avuto un ruolo da promotore nella sommossa, affermando: "Sono stati i nordafricani a iniziare e a fare poi tutto. E 15 giorni prima che accadesse, avevo anche avvisato un'educatrice. Ma nessuno mi aveva dato retta. Io sapevo che quella sera sarebbe successo un casino.".

Per il tentato omicidio, il sedicenne è stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione. Ora, oltre alla precedente condanna, il giovane è indagato insieme agli altri presunti responsabili della rivolta, per il reato di devastazione, che prevede pene fino a quindici anni di prigione. La procura dei minori continua a indagare per ricostruire i fatti.

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