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Il mistero

La canna da pesca sparita dalla barca di Luigi: «Correnti forti, e i tonni tirano tanto...»

L’ipotesi di un incidente al Landio: «Se è caduto in mare, potrebbe essere ovunque»

Ancora nessuna traccia di Luigi, riportata al porto la sua barca

Ancora nessuna traccia di Luigi, riportata al porto la sua barca

A bordo di Federica, la barca di 5 metri del pescatore di Poirino Luigi (Gino) Nigro, avrebbero dovuto esserci tre canne da pesca. Invece, giovedì, quando l’imbarcazione è stata ritrovata alla secca del Landio (5 miglia dalla costa di Andora, in Liguria), una mancava all’appello. E, soprattutto, non c’era più traccia del 59enne imprenditore nel settore dell’edilizia funeraria, che da allora risulta disperso nel Mar Ligure.

Ipotesi incidente

Anche sulla base di questo elemento, prende campo l’ipotesi che la scomparsa di Nigro vada ricondotta a un incidente durante la pesca. Andrà confermata dal pubblico ministero Giovanni Battista Ferro, il comandante della Capitaneria Matteo Lo Presti e i loro collaboratori, a cui sono affidate le indagini.

Al Landio, la profondità del mare si abbassa da 400 a circa 100 metri. Qui molti si divertono con la pesca del tonno. «Gli esemplari più pesanti tirano tantissimo» racconta Simone Perino Fontana, torinese, in vacanza in Liguria. Anche lui, giovedì, era al Landio in barca. Pescava con un amico. «È sempre meglio essere in due o tre quando si va a pescare i tonni. Si lasciano in mare più canne da pesca. Quando un tonno abbocca, tutte quelle “libere” vanno tirate su. È una procedura che da soli potrebbe diventare complicata».

Il punto, sulla carta, in cui è scomparso il 59enne

Era uscito da solo

Nigro, a volte, usciva in mare con gli amici. La scorsa settimana era da solo, partito da Imperia dove era in vacanza con la moglie Concetta Marzullo. Non vedendolo rientrare, lei ha dato l’allarme prima del tramonto. A individuare la barca non è servito molto tempo. Trovare Nigro, però, finora è stata un’impresa impossibile. Per farlo, da giorni ci sono elicotteri impegnati a sorvolare la costa. «Al Landio, la corrente è piuttosto forte - ricorda Perino Fontana - Giovedì era di almeno due nodi e tirava o verso Ventimiglia».

Anche la localizzazione del corpo del disperso è molto complessa. Dopo la caduta in mare, potrebbe trovarsi a decine di miglia dal punto del possibile incidente. Dalle scorse ore la Guardia costiera prosegue le ricerche anche con l’aiuto di sub specializzati e un robot con telecamera, che può raggiungere i 100 metri di profondità.

Il porto di Andora

Un malore?

E se si fosse trattato di un malore? O se Nigro fosse scivolato dalla barca, per via delle onde? «Per noi sono giorni difficilissimi - ammette Monica Nigro, sorella minore di Gino - Ero in ferie a Senigallia quando ho saputo che Gino era dispersa. Sono subito tornata a Poirino, per stare vicino ai miei genitori Gina e Franco».

La famiglia, a Poirino, è molto conosciuta. I due fratelli del disperso, Ivan e Giorgio, nei giorni scorsi hanno raggiunto Marzullo in Liguria. Qui, inizialmente, era stata anche sequestrata la barca di Nigro. Venerdì, dopo il dissequestro, gli amici del pescatore l’hanno riportata a Imperia. Gino ha anche una figlia, che ora spera di poterlo riabbracciare: Federica, stesso nome della sua imbarcazione.

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