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UN ANNO DOPO

Dubbi, misteri e perizie in ritardo: perché lo schianto della Freccia tricolore è ancora un giallo

Nell'incidente è morta la piccola Laura Origliasso. La Procura chiederà una proroga delle indagini

Dubbi, misteri e perizie in ritardo: perché lo schianto della Freccia tricolore è ancora un giallo

Il momento dello schianto della Freccia tricolore. Nel riquadro, la vittima, Laura Origliasso

Colpa di un uccello, di un guasto o di un errore umano? A un anno di distanza dall'incidente della Freccia tricolore, non c'è una risposta ufficiale a questa domanda: non si sono ancora concluse le consulenze richieste dalla procuratrice Gabriella Viglione e dalla sostituta Valentina Bossi, che indagano su quanto successo il 16 settembre 2023. Infatti chiederanno una proroga delle indagini, prolungando ancora l'attesa della famiglia di Laura Origliasso, la bimba morta nello schianto del jet.

Per ora rimane il giallo su quanto successo poco dopo che lo stormo tricolore è decollato da Caselle, intorno alle 17. Destinazione Vercelli, per un’esibizione. Appena in quota, il maggiore Oscar Del Dò, comunica «problemi al motore» del suo jet, il Pony 4. Che perde quota e, subito dopo che il pilota riesca a lanciarsi con il paracadute, impatta tra la pista e la piattaforma per gli elicotteri, incendiandosi. La parte più grande della carlinga, carica di velocità, continua la sua traiettoria. Abbatte la semplice recinzione al fondo dell’aeroporto, supera il fosso a bordo strada e finisce addosso alla Ford Fiesta della famiglia Origliasso, che ha avuto l’incredibile sfortuna di passare da lì proprio in quel momento. Nell’impatto muore la piccola Laura, 5 anni. Ustionati ma salvi il fratello Andrea, 12 anni, il papà Paolo e la mamma Veronica Vernetto.

La procuratrice Viglione è tra le prime ad arrivare sul luogo dell'impatto, a San Francesco al Campo. Apre subito un'inchiesta per omicidio colposo e iscrive nel registro degli indagati, come atto dovuto, il pilota. E poi? Si sono analizzati i resti e la traiettoria della Freccia, a partire dai dati tecnici di volo e da una telecamera collegata alla "scatola nera" dell’Aermacchi MB.339 Pan: se ne sono occupati i tecnici dell’aeronautica dell’aeroporto militare di Rivolto, che è anche il quartier generale delle Frecce (in una frazione di Codroipo, provincia di Udine). Intanto la Procura ha affidato una "super consulenza" a due ingegneri del Politecnico di Milano, Marco Borri e Carlo Riboldi: dovevano appurare la causa tecnica dello schianto, stabilendo se il jet abbia avuto un guasto. O se, come sembra probabile, uno o più uccelli siano finiti nel motore e abbiano provocato la caduta. Ma bisogna capire se quella sia l'unica causa o se c'entri "lo stato di manutenzione dell'aereo", le "condizioni di sicurezza in partenza della pattuglia acrobatica" o eventuali carenze nelle procedure. I consulenti hanno ricevuto l'incarico a marzo e avrebbero dovuto consegnare gli atti entro tre mesi. Ma i risultati delle loro analisi non ci sono ancora.

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