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il processo
18 Settembre 2024 - 20:29
Ha rischiato di portare al collasso tre diversi palazzi da lui gestiti a Cambiano
La Procura gli chiedeva conto di un buco da quasi mezzo milione di euro, che rischiava di portare al collasso tre diversi condomini che amministrava a Cambiano, in corso Lisa angolo via Foscolo. Ieri, l’amministratore Marco Morelli è stato condannato in primo grado a due anni e un mese di carcere, per il reato di appropriazione indebita. Deve anche pagare 1.200 euro di multa e 33mila euro di provvisionale: 10mila ciascuno ai tre condomini che si sono costituiti parte civile e 1.500 ciascuno ai due nuclei familiari che hanno partecipato al processo anche autonomamente, assistiti dai legali Stefania Grazini e Luigi Villare. «Siamo soddisfatti - commenta la prima - Durante il dibattimento, c’era anche chi ha messo in dubbio che la querela delle vittime da cui il processo fosse irregolare perché sarebbe stata presentata in ritardo. Abbiamo dimostrato che è stata formalizzata appena si è saputo dei reati che erano stati commessi, senza alcuna irregolarità».
I fatti al centro del processo riguardano una serie di presunte irregolarità che risalgono a prima della pandemia. «Morelli spostava dal conto di un condominio all’altro cifre pazzesche - riepilogava il pubblico ministero in aula, durante la sua requisitoria - Uno si è ritrovato con soli 8 euro disponibili, nonostante i residenti avessero pagato tutto regolarmente, mentre i fornitori incalzavano per ricevere i pagamenti per i loro servizi». Ancora: «L’amministratore si arrampica sugli specchi e non sa spiegare perché non tornano i conti. Ha lasciato un caos tale che il successore ha dovuto nominare un revisore contabile per risollevare le sorti dei condomini».
Inizialmente assistito dall’avvocato Valerio Donato, Morelli ha cambiato legale negli ultimi giorni e, da poco, è difeso d’ufficio dalla legale Stefania Audisio. «Valuteremo con il mio cliente se fare ricorso in Appello» commenta.
In aula, erano state ascoltate alcune famiglie residenti nei condomini che amministrava e anche il collega che gli è subentrato e ha dovuto evitare il loro collasso, trovando il modo di pagare regolarmente i fornitori. Già in passato, l’imputato era finito al centro di questioni giudiziarie per vicende simili a quelle della condanna di ieri.
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