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Il questore saluta Torino e lancia l'allarme: «Bisogna svegliare le coscienze o il cancro mafioso dilaga»

Vincenzo Ciarambino lascia il capoluogo piemontese e va a Roma: «Tre anni intensi. Torino città impegnativa»

Vincenzo Ciarambino ha dato l'addio a Torino. Si trasferirà a Roma

Vincenzo Ciarambino ha dato l'addio a Torino. Si trasferirà a Roma

Svegliare le coscienze sulle mafie e la criminalità organizzata in generale. E' il monito che arriva da Vincenzo Ciarambino, questore uscente di Torino, nell'incontro che si è tenuto questa mattina, sabato 28 settembre, in questura. «La criminalità organizzata e le mafie alla maggior parte dell'opinione pubblica non interessano. Questo perché, come il terrorismo, vengono considerati argomenti di nicchia per pochi: esperti, forze dell'ordine, magistrati e associazionismo di settore», ha detto Ciarambino. «Ma è proprio questa errata valutazione che determina una mancanza di attenzione al fenomeno e questo fa sì che il "cancro" dilaghi. Bisogna svegliare le coscienze».

Ciarambino è stato nominato, nelle settimane scorse, prefetto, e prenderà la direzione dell'Ufficio direttivo centrale ispettivo presso il dipartimento della pubblica sicurezza, a Roma. Lascia l'incarico nel capoluogo piemontese dov'era arrivato il 20 ottobre del 2021, quando aveva preso il posto di Giuseppe De Matteis. «Sono stati tre anni intensi. Quando sono arrivato - racconta il questore uscente - mi avevano detto che Torino era una città impegnativa sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica. Questo l'abbiamo capito sulla nostra pelle e sulle nostre ossa, in tre anni quasi totalmente dedicati all'attenzione della gestione della sicurezza nella città e nei quartieri e nella gestione dell'ordine pubblico». Ciarambino lascia una Torino «che come tutte le metropoli soffre delle problematiche delle grandi città, come evidenziato dalle cronache dei giornali. Ci sono diverse forme di reato su cui bisogna intervenire in maniera energica».

Su quale sia stato il suo rimpianto più grande, Ciarambino ha detto che «da vari quartieri arrivano spesso lamentele, specie per lo spaccio. Manca la percezione della sicurezza e a volte ho pensato che quello che facevo non fosse abbastanza». Tornando alla criminalità organizzata, proprio il questore uscente aveva lanciato, ad aprile in occasione della festa della polizia, un monito agli amministratori. E oggi lo ha ribadito: «La criminalità organizzata ai più non interessa perché secondo l'opinione pubblica è un argomento di "nicchia", per pochi esperti, ma è appunto un'errata valutazione. Condivido l'allarme lanciato qualche settimana fa da Francesco Saluzzo, bisogna svegliare le coscienze. La 'ndrangheta e le mafie in generale non devono diventare un argomento solo per esperti di settore».

 

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