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La curiosa storia di una "vespa 007" che stana un nido di pericolosi calabroni asiatici

Sull'insetto è stata installato un apparecchio radiotrasmittente: quando è tornato al nido , ne ha segnalato la posizione

Sulla vespa è stata installato un apparecchio radiotrasmittente: quando è tornato al nido , ne ha segnalato la posizione

Sulla vespa è stata installato un apparecchio radiotrasmittente: quando è tornato al nido , ne ha segnalato la posizione

Si chiamano vespe velutine ma sono più note come calabroni asiatici. Un nome che ne chiarisce subito l'origine e il fatto che, in realtà, non dovrebbero essere in Europa. Invece ci sono, tanto che un nido è stato trovato a Giaveno, in provincia di Torino, grazie a una tecnica innovativa che prevede di trasformare un insetto in un "infiltrato", una "vespa 007" capace di segnalare la presenza del nido con una trasmittente.

La tecnica è stata utilizzata dai tecnici di Aspromiele, Associazione Regionale Produttori Apistici del Piemonte. Gli alveari sono infatti i primi danneggiati dal calabrone asiatico, visto che l'insetto - simile ai "nostri" calabroni - si nutre proprio di api: le "attende" fuori dagli alveari, le uccide e le trasporta nei propri nidi. I danni, in un settore già duramente provato dai cambiamenti climatici e dalla crisi di mercato, sono enormi. «Questa tecnica che stiamo provando - spiega Enrico Laguzzi, presidente di Aspromiele - è efficace ma molto complicata. Prevede di catturare delle vespe velutine negli alveari presi di mira, selezionarne una abbastanza forte da poter trasportare un radioemettitore fino al nido, nutrirla per rinforzarla, legarle l'apparecchio e rilasciarla. Ovviamente senza ferirla e senza farsi pungere». Una volta nel nido, il radioemettitore invia il segnale al ricevitore e il gioco è fatto. Così è stato possibile trovare il nido di Giaveno che ora sarà distrutto.

I calabroni asiatici sono stati segnalati per la prima volta in Europa nel 2004, arrivati nel sud della Francia molto probabilmente su un cargo cinese. Da allora si sono rapidamente diffusi: in Italia sono segnalati soprattutto in Liguria e Toscana ma negli ultimi tempi i ritrovamenti di nidi in Piemonte si stanno moltiplicando. La tecnica per trovarli si è rivelata efficace, ma c'è un problema. «Il radioemettitore è a perdere, non viene recuperato, e quasi sempre ne serve più di uno prima di avere successo. Ogni apparecchio costa centinaia di euro e nessuno si fa carico delle spese. Stiamo aspettando l'interessamento della Regione e per ora possiamo contare solo sull'aiuto dell'Università. Del resto, la vespa velutina, oltre a creare grandi danni alla nostra categoria, è pericolosa per la salute pubblica. Non è più velenosa dei nostri insetti, ma i nidi sono molto più grandi, con i rischi conseguenti per chi dovesse disturbarli inavvertitamente. Eppure il contrasto alla diffusione è tutto sulle spalle di una categoria che è già in ginocchio per tanti motivi».

Un nido di vespa velutina o calabrone asiatico

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