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L'inchiesta
03 Ottobre 2024 - 06:20
A sinistra, Domenico Ceravolo. A destra, controlli della guardia di finanza
I vertici della Cisl sfilano in Procura per essere sentiti sull'inchiesta che coinvolge il sindacato edile Filca e i suoi rapporti con la 'ndrangheta. Perché, secondo gli inquirenti, i boss della 'ndrangheta piemontese avevano la Filca-Cisl come "sindacato di riferimento". E i vertici nazionali e locali del sindacato "appaiono consapevoli" della "contiguità all'ambiente 'ndranghetistico" di Domenico Ceravolo, componente della segreteria di Torino-Canavese del sindacato edile della Cisl, in carcere nell'ambito dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia del Piemonte sulle infiltrazioni mafiose nei cantieri.
Sono alcuni passaggi degli atti dell'inchiesta che hanno portato in carcere Ceravolo e altre cinque persone, Antonio Serratore, Claudio Russo, Rocco Costa, Giacomo Lo Surdo e Francesco D’Onofrio, ritenuto il boss della 'ndrangheta in Piemonte. Sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione aggravata e detenzione illegale di armi.
Per approfondire il rapporto fra le cosche e il sindacato, nella giornata di ieri, i pubblici ministeri hanno sentito come persona informata dei fatti il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. Non solo, i magistrati titolari dell'inchiesta, Paolo Toso, Marco Sanini e Mario Bendoni, hanno convocato anche Mauro De Lellis, segretario provinciale della Filca appena promosso responsabile regionale, e Ottavio De Luca, segretario nazionale della Filca (nessuno di loro è indagato).
D'altronde c'è molto da chiarire: stando a quanto si legge nelle carte dell'inchiesta Factotum, svolta dalla guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Torino, il sindacalista Ceravolo ha contribuito alle attività rivolte al controllo del settore edile del gruppo criminale. In una conversazione intercettata nel 2022 un uomo lo contatta per lamentarsi che in un cantiere a Milano "c'ho la Uil che sta facendo degli iscritti, non vorrei poi che mi rompesse il c... qua il tuo collega della Cisl". "E tu non glieli far fare", è la risposta. L'uomo quindi contatta il cantiere invitando i "ragazzi" a non proseguire con le iscrizioni "perché la Uil non è il nostro sindacato". "Questa affermazione - annotano i pubblici ministeri - dimostra come il gruppo investigato consideri la Filca-Cisl il sindacato di riferimento". Inoltre "il datore di lavoro si sente garantito dalla presenza di un sindacalista che non è piena espressione di un sindacato, bensì di un diverso centro di potere, di cui fa parte Ceravolo". Sempre secondo la Dda, Ceravolo ha "organizzato incontri con appartenenti alla 'ndrangheta o alla criminalità comune" e anche "ex terroristi" per conto di Francesco D`Onofrio, considerato dagli inquirenti un "dirigente della rete 'ndranghetista piemontese".
La segretaria confederale della Cisl, in una nota, respinge il collegamento fra sindacato e criminalità organizzata: «Nessun dirigente della Confederazione né della Federazione nazionale è coinvolto nel procedimento in questione. Il segretario generale è totalmente estraneo alla vicenda, sia dal punto di vista giuridico che fattuale, non avendo mai partecipato, né conosciuto, né avuto alcun contatto diretto o indiretto con i soggetti sottoposti a indagine. Va inoltre ricordato che lo Statuto della Cisl prevede piena autonomia delle Federazioni e delle strutture territoriali nella gestione politica, contrattuale, organizzativa, gestionale e amministrativa».
Quanto a Ceravolo, è stato «immediatamente sospeso dalla magistratura interna della Filca. Contestualmente, la Cisl ha manifestato piena e immediata disponibilità a cooperare con l'autorità giudiziaria per far chiarezza sui fatti e fornire ogni eventuale elemento utile. La Cisl, insieme alla Filca, ha sempre posto i principi di legalità, correttezza e trasparenza al centro della propria azione sindacale e si schiera fermamente al fianco delle istituzioni che perseguono questi obiettivi, collaborando attivamente per garantire che la verità sia accertata e la giustizia prevalga».
A conferma di questa tesi, il segretario generale si è dato disponibile a un'audizione diretta tramite l’ufficio legale, che ha avuto continui e proficui contatti con la guardia di finanza. La testimonianza si è poi tenuta ieri, come spiega Sbarra (ovviamente senza entrare nel merito di quanto riferito: «L’incontro si è svolto in un clima di assoluta cordialità e collaborazione e ho potuto fornire, come doveroso, ogni contributo ritenuto utile per un migliore accertamento dei fatti. In presenza di situazioni circoscritte ma ugualmente gravi, che escludono dalle indagini dirigenti della Cisl e della Filca nazionale, la Cisl adotterà ogni iniziativa utile a tutelare l’onorabilità e il buon nome dell’organizzazione».
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