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L'assassino ritratta in aula tra lacrime e grida: «Non l'ho ucciso io, sono stati due killer tatuati»

Colpo di scena al processo per l'omicidio dell'imprenditore Fatmir Ara: il presunto killer, Davide Osella Ghena, ritratta la sua confessione

La vittima, Fatmir Ara, era un imprenditore di San Carlo Canavese

La vittima, Fatmir Ara, era un imprenditore di San Carlo Canavese

«Non l'ho ucciso io. I veri assassini mi hanno minacciato, per quello ho confessato. Avevo paura». Colpo di scena ieri a Ivrea al processo per l'omicidio dell'imprenditore albanese Fatmir Ara, 43 anni, impresario residente a Mathi, ammazzato con cinque colpi di fucile il 2 settembre 2022 nelle campagne di San Carlo Canavese.

Il presunto killer, Davide Osella Ghena, 32 anni di Nole Canavese, ha infatti ritrattato. Nel corso di un drammatico interrogatorio, durato sei ore, tra le lacrime ha risposto alle domande del pm Elena Parato, negando di essere stato lui a sparare mentre la moglie dell'imprenditore, tra il pubblico in aula, anche lei in lacrime, gli urlava di dire la verità. E Osella Ghena la sua verità l'ha raccontata, tirando in ballo due misteriosi uomini con il tatuaggio di un pugnale e un serpente sul braccio. Sarebbero loro i veri killer e lui avrebbe confessato il delitto perché minacciato con una pistola. Terrorizzato, ha ancora spiegato di aver persino pensato al suicidio. «Non l'ho ucciso io» ha ribadito più volte ai giudici della Corte d'Assise.

Una versione, quella fornita ieri, che comunque lascia dei dubbi. In passato infatti, quando aveva confessato, l'imputato avrebbe fornito agli investigatori dei dettagli che al momento dell'arresto non sarebbero stati noti, come il calibro dei proiettili del fucile utilizzato per uccidere l'imprenditore e la presenza di un taglio sul corpo della vittima. Li sapeva perché era stato lui a sparare o perché gli erano stati riferiti dai due misteriosi killer tatuati? 

Secondo l'accusa, il movente riguardava un investimento che Davide Osella Ghena aveva fatto ad Alba, dove aveva comperato una cascina per ristrutturarla. Aveva incaricato degli interventi Fatmir Ara ma i lavori stavano andando a rilento e cominciavano ad accumularsi debiti e problemi economici per il presunto omicida. Contrasti che sarebbero sfociati nell'omicidio.

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