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RINVIATI A GIUDIZIO

Ucciso per i lavori in ritardo, a processo i tre presunti killer

San Carlo Canavese: rinviati a giudizio l'uomo accusato di aver sparato, la sorella e un complice

Fatmir Ara

La vittima, Fatmir Ara

Fu ucciso a colpi di fucile per aver tardato i lavori di ristrutturazione di una cascina ad Alba.

Sono stati rinviati a giudizio i tre assassini dell’impresario edile di origini albanesi Fatmir Ara ucciso il 2 settembre dello scorso anno nelle campagne di San Carlo Canavese. Comincerà il 12 dicembre prossimo, davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Ivrea, il processo per omicidio premeditato aggravato e in concorso nei confronti di Davide Giuseppe Osella Ghena (ritenuto l’autore materiale dell’omicidio), 31 anni di Nole Canavese, difeso dall’avvocato Paolo Campanale, l’amico Andrea Fagnoni, 31 anni di San Francesco al Campo, difeso dagli avvocati Danilo Delia e Patrizio Lepiane, e la sorella di Davide, Barbara Osella Ghena, 45 anni di Mathi (avv. Campanale).

L’omicidio si è consumato il 2 settembre, il movente riguardava un investimento che Davide Osella Ghena aveva fatto ad Alba, dove aveva comperato una cascina per ristrutturarla. Aveva incaricato dei lavori Fatmir Ara, 43 anni, impresario di Mathi, ma i lavori stavano andando a rilento e cominciavano ad accumularsi debiti e problemi economici per il presunto omicida. Così pensò, secondo l’accusa, che eliminare Ara sarebbe stata l’unica soluzione per sbarazzarsi dei ritardi e cominciò a pianificare l’omicidio. Insieme all’amico Andrea Fagnoni aveva fatto un sopralluogo in una zona di campagna di San Carlo Canavese, in strada Ronchi Ceretti. Il piano prevedeva che ad uccidere l’albanese sarebbe stato Davide con un fucile calibro 12 di proprietà dei genitori che gli era stato portato dalla sorella Barbara che lo aveva sottratto di nascosto, mentre Fagnoni avrebbe atteso in auto per facilitare la fuga all’assassino. Così il 2 settembre Davide attirò Ara con l’inganno a San Carlo, con il pretesto di parlare dei lavori: giunti sul posto, da un luogo dove aveva nascosto l’arma, tirò fuori il fucile ed esplodeva 2 scariche a pallettoni e tre proiettili a palla unica contro la vittima. Dopo i primi colpi l’imprenditore cadde a terra agonizzante e l’omicida lo finì con gli altri colpi. Poi si dileguò, raggiungendo il complice in macchina a poca distanza.

Vista la dinamica dell’omicidio all’inizio le indagini avevano considerato che potesse trattarsi di un agguato ordito dalla criminalità organizzata, presto però gli investigatori arrivarono a Osella Ghena e Pagnoni, per poi arrestare anche la sorella Barbara.

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