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La guerra alle porte

Ultimatum di Israele: via i vostri soldati dal Libano

Il premier Netanyahu accusa le Nazioni Unite e sfida l'Italia

I premier

Meloni e Netanyahu

Difficile in questi giorni di crescenti tensioni in Libano, non usare la parole di Netanyahu come un ultimatum al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. "È giunto il momento di rimuovere l'Unifil dalle roccaforti e dalle aree di combattimento di Hezbollah – ha detto in una dichiarazione registrata - L'Idf lo ha chiesto ripetutamente, e ha avuto ripetuti rifiuti, tutti volti a fornire uno scudo umano ai Hezbollah. Il vostro rifiuto di evacuare i soldati li rende ostaggi di Hezbollah e questo mette in pericolo la loro vita e quella dei nostri soldati". Un attacco all’ Onu e all’Unione Europea a cui Netanyahu muove accuse pesanti sostenendo che "Sfortunatamente, alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. Invece di criticare Israele , dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l'Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l'Unrwa".

Sul fronte italiano la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il Primo Ministro israeliano  nel quale ha ribadito "l'inaccettabilità che Unifil sia stata attaccata dalle forze armate israeliane, ricordando come la missione agisca su mandato del Consiglio di Sicurezza per contribuire alla stabilità regionale", chiedendo con forza  che "venga garantita la sicurezza del personale di Unifil" e dei nostri oltre mille soldati di stanza in Libano. Intanto si continua a versare sangue con la Croce Rossa che riferisce che alcuni suoi soccorritori sono rimasti feriti oggi in un attacco ad un palazzo nel sud del Libano dove erano stati inviati in coordinamento con la missione delle Nazioni Unite che funge da cuscinetto tra Israele e Libano. Secondo quando si apprende mentre la squadra cercava vittime da soccorrere, la casa è stata colpita per la seconda volta, provocando traumi ai soccorritori e danni a due ambulanze.

 

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