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IL FATTO
21 Ottobre 2024 - 11:12
Stava lavorando al tetto di una casa nel borgo di Sansicario (frazione di Cesana torinese) ed è caduto a terra, sul porfido: è morto così, nella mattinata di oggi, Massimo Sabato, operaio di 62 anni dell’impresa Aura costruzioni di Pianezza. L’ennesima vittima della continua strage sul lavoro: stando agli ultimi dati dell’Inail, tra gennaio e agosto 2024 ci sono stati 28mila infortuni in Piemonte, di cui 46 mortali. Un numero da aggiornare con i decessi di settembre e ottobre, compreso quello di oggi.
Secondo le prime ricostruzioni, Sabato stava lavorando insieme a un collega al tetto di un’abitazione nel borgo di Sansicario. Per cause ancora da accertare, è stramazzato al suolo e ha sbattuto violentemente la testa. A soccorrere il 62enne, residente a Susa, sono intervenuti prima i sanitari della Croce Verde di Villastellone e poi i tecnici dell’elisoccorso del 118, oltre ai carabinieri della stazione di Cesana. Nonostante i tentativi di rianimarlo, per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sono poi arrivati sul posto anche gli addetti dello Spresal, il servizio antinfortunistico dell’Asl: toccherà a loro e ai militari ricostruire le cause dell’incidente, anche grazie all’autopsia disposta dalla procura di Torino.
Intanto il decesso di Sabato, sposato e padre di tre figli, ha fatto scattare la rabbia dei sindacati: «Abbiamo bisogno di passare dai convegni alle ispezioni per interrompere queste morti sul lavoro legate alla precarietà e instabilità» dichiara Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte. Aggiunge Sarah Pantò, segretaria della Cgil Torino con delega alla sicurezza sul lavoro: «Quella di oggi è l’ennesima morte che fotografa in modo nitido quanto la sicurezza sul lavoro sia una emergenza nazionale».
Pantò sottolinea anche l’età di Sabato che «a 62 anni era impiegato per un lavoro fisicamente impegnativo». Tuonano Paolo Capone e Massimiliano, segretario generale e regionale dell’Ugl: «È inammissibile parlare di fatalità di fronte ad una vera e propria strage quotidiana. Ogni incidente sul lavoro è un fallimento collettivo e una sconfitta per tutti. È ora di agire con determinazione e responsabilità». L’Ugl chiede più controlli e mentre la Cgil giudica insufficiente la “patente a punti” istituita dal Governo: «Serve una revisione delle pratiche di appalto e una contrattazione che tuteli realmente i lavoratori - conclude Pantò - Salute e sicurezza non possono essere considerate un “costo”, perché non è accettabile che si muoia ancora lavorando».
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