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Il caso
22 Ottobre 2024 - 08:20
«Mi sono laureata in Medicina all’Università di Milano Bicocca nel 1991, poi mi sono specializzata in Medicina Interna nel 1997 e sono iscritta all’Ordine dei Medici di Milano con il numero di tesserino 22305. Ho lavorato in carcere a Torino e ho diretto una Rsa a Recco, in provincia di Genova».
A Enrica Massone, torinese di 57 anni, è bastato raccontare queste bugie per andare a lavorare all'ospedale di Bordighera dal 13 al 16 luglio, quando ha visitato i pazienti come “gettonista”. E ci è anche tornata dal 7 al 13 agosto, dal 20 al 22 settembre e dal 27 al 28 settembre, presentando delle «pseudofatture» per un totale di 13.300 euro (incassati solo per metà). Fino a quando qualcuno si è accorto che non aveva alcuna preparazione ed è emerso che era tutta una truffa: Massone ha solo la licenza media. Per questo ora è finita a processo a Imperia per esercizio abusivo della professione medica, truffa, tentata truffa e falso ideologico in atto pubblico.
All'udienza predibattimentale di ieri il giudice Antonio Romano ha fissato l'inizio del processo per il 20 novembre: si sono costituiti parte civile l'Asl 1 di Imperia, la società Curamedica e l'ordine provinciale dei medici di Milano mentre non si sono costituti l'Università di Milano Bicocca e la società Igea Salute.
Tra un mese, quindi, si comincerà a discutere di come una persona con la licenza media sia riuscita a curare dei pazienti in ospedale. E fra i testimoni sfileranno anche le persone che avrebbero dovuto valutare e controllare il curriculum, le capacità e le referenze di Massone, assistita nel processo dall'avvocato Massimo Davi. Invece le sono bastati un paio di colloqui via Zoom e delle autodichiarazioni per lavorare al pronto soccorso dell’ospedale Saint Charles di Bordighera, in provincia di Imperia.
Il 20 marzo 2023 si era iscritta sulla piattaforma web Indeed proponendosi come come specialista in Medicina interna. Da lì è riuscita a ottenere una serie di colloqui in videoconferenza con l’amministratore della società Curamedica srl: «Sono esperta in geriatria perché sono stata direttore sanitario in una Rsa di Recco e ora lavoro in carcere a Torino» assicurava la 57enne. Che, in seguito, ha inviato via e-mail le dichiarazioni sostitutive in cui attestava quello che aveva dichiarato: tanto è bastato per firmare il contratto di collaborazione con la società campana e con la Igea Salute srl di Roma.
Ora la falsa dottoressa rischia una nuova condanna dopo quella a 4 anni per truffa e peculato ai danni di una coppia di anziani. Ennesimo guaio giudiziario per la signora, già accusata di un serie di raggiri ai danni di immigrati cui prometteva aiuto nell’ottenere i documenti. Senza contare una presunta accusa, raccontata da lei stessa in un’intervista al nostro giornale ma mai confermata, di aver “comprato” una bambina a 90mila euro. «Ma io volevo sempre e solo fare del bene alle persone» si è sempre giustificata Massone di fronte ai giudici.
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