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Alluvione in Spagna
31 Ottobre 2024 - 16:50
Oltre 150 morti, un bilancio destinato a crescere ancora perché sono centinaia i dispersi. E l'equivalente di un anno di pioggia che si riversa sul terreno in meno di otto ore. Sono queste le cifre, terribili, del disastro che ha colpito Valencia, in Spagna. Una disgrazia frutto di una combinazione fra allarmi tardivi e condizioni meteo eccezionali, ma che purtroppo possono diventare sempre più frequenti. Ma cosa è accaduto?
A innescare devastanti alluvioni sono le temperature anomale registrate sulla superficie dei mari. Nel caso di Valencia il Mediterraneo, nel caso dell’Emilia Romagna una ventina di giorni fa, l’Adriatico. In entrambi i casi, come si vede nell’infografica GEA, si è formata quella che gli esperti chiamano "goccia fredda" - o Dana in termini tecnici - ovvero il calore fa evaporare l’acqua calda del mare che salendo e scontrandosi con l’aria gelida in quota, innesca forti e devastanti piogge.
Due giorni fa, quando la zona di Valencia è stata interessata dalla devastante alluvione, la temperatura superficiale dell’acqua si aggirava intorno ai 27-28 °C. Secondo il geologo e divulgatore Mario Tozzi "Si è trattato di un effetto 'goccia fredda', una massa d'aria che si è separata dal flusso globale delle correnti che si muovono da Ovest verso Est e, questa volta, è atterrata in Spagna. Una prossima volta potrebbe investire l'Italia, un'altra la Turchia. Quello che è certo è che si tratta di una perturbazione meteorologica a elevatissima energia, come quelle che dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro, segnati come siamo da una crisi climatica senza precedenti".
Un altro geologo, Piero Farabollini, dice che quanto accaduto ha un tragico precedente, nel 1957, "quando il fiume Turia causò devastazioni significative attraversando il centro di Valencia. Dopo quella tragedia, che costò la vita a 81 persone, le autorità spagnole decisero di deviare il corso del fiume a diversi chilometri più a sud per ridurre il rischio di future inondazioni. Tuttavia, il fiume sembra oggi aver ripreso, almeno in parte, il suo antico percorso".
Secondo Farabollini, "sebbene il cambiamento climatico contribuisca a incrementare la frequenza e l'intensità di questi fenomeni estremi, le cause delle alluvioni non sono imputabili esclusivamente a questa variabile. Ribadiamo che un’efficace politica di prevenzione non può prescindere dalla comprensione delle caratteristiche storiche e geomorfologiche del territorio, così come delle condizioni meteorologiche locali. In aree storicamente soggette a fenomeni di piena, come Valencia, è cruciale un monitoraggio costante, un’attenta pianificazione territoriale e un adeguamento delle infrastrutture esistenti"
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