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«Non uccidete i piccioni!»: manifestazione a Torino per difendere i pennuti

Le associazioni animaliste scendono in piazza contro il piano di contenimento di Città Metropolitana

Il 7 dicembre manifestazione in piazza Castello contro la strage dei piccioni

Il 7 dicembre manifestazione in piazza Castello contro la strage dei piccioni

Una grande manifestazione contro la strage dei piccioni nella Città Metropolitana di Torino. Il 7 dicembre prossimo, in piazza Castello (dalle 15 alle 18), a mobilitarsi saranno le associazioni animaliste: Lav, Leal, Leidaa e tante altre sigle che hanno deciso di scendere in piazza contro il piano previsto dalla Città Metropolitana, che a febbraio ha annunciato lo stanziamento di 2 milioni e 500mila euro per la cattura, la «dissuasione» e la caccia di questi pennuti. Secondo le stime, infatti, 2 milioni e mezzo di questi esemplari consumano 400mila quintali di cereali ogni anno, portano malattie e devastano monumenti. Così adesso anche i piccioni in Piemonte verranno contenuti, grazie a uno speciale “Piano di controllo”, anche perché, dati alla mano, ogni anno i danni all’agricoltura sono stimati in 5 milioni di euro.

Una decisione, quella di Città Metropolitana, che era stata apprezzata da Coldiretti Torino, la quale da tempo chiedeva un piano per la il contenimento di questa specie. Ma la “caccia al piccione” ha ovviamente fatto infuriare le associazioni animaliste, che infatti ad aprile hanno fatto ricorso al Tar del Piemonte contro la decisione di ridurre drasticamente il numero dei volatili presenti sul nostro territorio. Non solo i semplici cittadini ma anche le associazioni Lav, Oipa, Sos Gaia, Enpa, Pan e Pro Natura Torino, tutte facenti parte del Tavolo Animali & Ambiente, hanno presentato ricorso.

«Anche questa volta, sfruttando il pretesto dei danni all’agricoltura, si sta per avviare una nuova strage di animali selvatici, che saranno perseguitati anche all’interno dell’ambito urbano, catturati con le gabbie per poi essere uccisi tirando loro il collo», le parole delle associazioni contrarie al piano di contenimento. Che si sono rivolte allo studio legale Fenoglio-Callegari per la presentazione del ricorso. «Nel piano - lamentavano ancora gli animalisti - non sono stati previsti i dovuti metodi indiretti e preventivi non cruenti, dando illegittimamente per scontata la loro inefficacia. Il piano non garantisce che gli abbattimenti vengano fatti risparmiando agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili». Il Tar però, a giugno aveva respinto il ricorso e dichiarato legittimo il piano di contenimento del colombo. E dopo le carte bollate ora si scende in piazza. Appuntamento il 7 dicembre.

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