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La sentenza

«Ha fatto la più grande bancarotta della storia». Eppure il Re del mattone viene assolto

Il costruttore era accusato di un buco da 100 milioni: «Sentenza che ci restituisce la meritata dignità»

«Ha fatto la più grande bancarotta della storia». Ma il Re del mattone viene assolto

Il nome “Franco Costruzioni” si leggeva su centinaia di ponteggi di Torino, a cavallo fra gli anni Novanta e DuemilaAlla fine sono stati più di 3mila gli appartamenti costruiti dalle aziende guidate da Giuseppe Franco, che oggi ha 77 anni e in passato ha costruito anche mezza Montecarlo. Il “problema” è che, nel 2014, la casa madre Sarfys è fallita lasciando un passivo milionario: la Procura aveva calcolato un buco di oltre 100 milioni. E Franco è finito a processo insieme alla moglie Michelia Marchiaro e all’ex amministratrice Paola Gindro, accusati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e distrattiva. Ma sono stati tutti assolti poche ore fa in tribunale: «Crediamo che questa sentenza ci restituisca una meritata dignità» ha commentato, con le lacrime agli occhi, l'anziano costruttore quando ha ricevuta la notizia dell'assoluzione dai suoi avvocati, Edoardo Carmagnola e Federica Reteuna.

È stato proprio l'avvocato Carmagnola a ricordare come, nella sua requisitoria, il pubblico ministero Mario Bendoni avesse parlato di questa come «la più grande bancarotta fraudolenta mai vista a Torino». In effetti il pm sosteneva che Franco e gli altri imputati avessero «dissipato il patrimonio con operazioni inesistenti, portando i soldi dell’impresa nel Principato di Monaco, dove marito e moglie sono residenti». Poi aveva aggiunto: «Abbiamo scoperto che Franco aveva patteggiato una frode fiscale nel 2003 e che c’erano operazioni simulate, pagamenti e finanziamenti ingiustificati e plurime operazioni distrattive. E che hanno anche usato quei soldi per pagare gli stipendi ai camerieri che lavoravano nelle loro case vacanze a Madrid e Maiorca. Così i pezzi del puzzle sono andati a posto». Per questo Bendoni aveva chiesto di condannare Franco a 5 anni di carcere, la moglie a 4 e Gindro a 2.

Gli avvocati, in cinque ore di arringa, hanno replicato che «professionisti e tecnici hanno dichiarato che il fallimento è solo colpa del crollo del mercato immobiliare. Inoltre i documenti contabili sono risultati tutti regolari. I soci non hanno sottratto somme. Anzi, hanno immesso enorme liquidità nelle società». Per questo hanno chiesto l’assoluzione degli imputati, come deciso ora dai giudici: "il fatto non sussiste" per una delle accuse e "il fatto non costituisce reato" per l'altra.

Dichiara ora Franco: «Io e mia moglie abbiamo sempre creduto nella giustizia anche se questi anni non sono stati facili. Questa sentenza certifica come le nostre condotte siano state assolutamente lecite e scevre da ogni critica sotto qualsiasi piano: non abbiamo mai “sottratto” alla società ma anzi dato più di quanto era necessario. Credo che il Tribunale abbia lo compreso e certificato. Ringrazio gli avvocati Carmagnola e Reteuna e il consulente Edmondo Monda, che hanno profuso uno sforzo encomiabile per arrivare all’accertamento della verità».

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