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Il caso
22 Novembre 2024 - 13:32
Foto d'archivio
Scoppia la polemica sull'incontro organizzato da Progetto Palestina e previsto per lunedì al Campus Einaudi. Sotto accusa c'è la presenza di Miriam Abu Daqqa: «Risulta espulsa dallo stato francese per motivi di ordine pubblico, oltre che membro di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - attacca Giovanni Crosetto, consigliere comunale ed europarlamentare di Fratelli d'Italia -. Chiediamo al Rettore di intervenire immediatamente e sospendere subito questo evento di chiara matrice terroristica ed antisemita per non esporre gli studenti al fondamentalismo islamico». Ma l'Università si smarca e replica come l'evento non sia stato autorizzato, aggiungendo un appello per evitare tensioni.
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Come detto, l'oggetto del contendere è l'incontro organizzato per lunedì da Progetto Palestina. Intitolato "The forgotten feminism", è annunciato come una riflessione "su un femminismo dimenticato a partire dalla resistenza delle donne palestinesi con Mjiriam Abu Samra, ricercatrice presso Università Davis (California), e Miriam Abu Daqqa, dirigente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PFLP): «Il Fronte è riconosciuto dall'Unione Europea come organizzazione terroristica e Abu Daqqa, inoltre, è riconosciuta come parte dell'ufficio politico del PFLP a Gaza - sottolinea Crosetto - Questo evento è stato segnalato da uno studente preoccupato, allarmato dai potenziali rischi associati alla possibilità che una tale figura parli nei locali di un'università pubblica. UniTo non può consentire che nei suoi spazi vengano promossi eventi che riportano nella locandina frasi che, tradotte in italiano, significa "L'intifada verso la vittoria"».
Da qui l'invito al rettore, che replica attraverso una nota ufficiale: «Acquisite approfondite e complete informazioni, l’Università di Torino non autorizza l’incontro organizzato dall’associazione Progetto Palestina in programma lunedì 25 novembre presso il campus Einaudi con Miriam Abu Daqqa. UniTo auspica che l’impegno di tutte e tutti sia rivolto alla comprensione della delicatezza del momento e che unitamente si lavori per il rispetto della pluralità delle posizioni su temi tanto complessi come quello delle relazioni tra Palestina e Israele».
Progetto Palestina non ci sta e pubblica su Instagram un post in cui mostra lo scambio di e-mail con gli uffici dell'Università, in cui si legge dell'autorizzazione a usare un'aula del campus Einaudi. Che poi è stata ritirata alla luce della presenza dell'attivista: «L’Università di Torino si rende complice ancora una volta di un servilismo e di una propaganda che vede la resistenza palestinese come una minaccia, avallando una visione islamofoba e arabofoba - contrattaccano gli attivisti - Non ci faremo mai intimorire da narrazioni che continuano da anni a perpetuare una retorica vittimista per mascherare i propri atti genocidari e violenti». Poi confermano il loro incontro, dando appuntamento agli attivisti lunedì.
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