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il colloquio

Il direttore della Caritas di Torino: «Chi guadagna 1400 euro al mese ci chiede aiuto»

Pierluigi Dovis lancia l'allarme: «Un tempo arrivavano i disoccupati, ora sono in difficoltà quelli che hanno il lavoro»

Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino

Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino

Il posto fisso. Quello che dovrebbe essere una sorta di assicurazione per vivere tranquilli, oggi non lo è più. Perché capita che a Torino, nel 2024, a chiedere un aiuto o un pasto alla Caritas arrivi persino chi ha un lavoro fisso con contratto a tempo indeterminato. Ad affermarlo è Pierluigi Dovis, direttore della Caritas torinese: «Ci sono persone che abitano in città e hanno una busta paga superiore ai 1400 euro netti - afferma - e che chiedono aiuto a noi». Motivo? Manca una casa dove vivere. «Non trovano un affitto e, di conseguenza, restano nel circuito dell’accoglienza», precisa il direttore della Caritas. Si tratta sempre più spesso di stranieri, che nonostante un lavoro ben pagato non trovano un affitto, ma non mancano gli italiani.

A Torino poi, i dati della povertà non lasciano presagire nulla di buono. Sono 19mila i bisognosi che si sono rivolti ai centri d’accoglienza della Caritas da inizio anno (e l’anno non è ancora terminato) mentre nel 2023 erano stati 18mila. C’è stato un aumento di circa il 10% in più, di poveri, a Torino rispetto all’anno passato. E appunto, ci sono questi “nuovi poveri”. «Prima bussava alla nostra porta chi un lavoro non ce l’aveva - afferma Dovis - mentre adesso a chiedere aiuto è chi il lavoro ce l’ha, e neppure mal pagato». Ecco quindi che la povertà si sta allargando sempre di più verso il ceto medio.

La fascia d’età peggiore? Quella tra i 40 e i 55 anni. Per cosa si domandano soldi? Per mangiare, per la casa ma, anche, per curarsi. Solo pochi giorni fa, sulle pagine del nostro giornale pubblicavamo un’inchiesta sul caos delle liste d’attesa. Ebbene, proprio i tempi lunghissimi per fare una visita fanno crescere il volume delle richieste. «Le liste d’attesa sono un problema - sottolinea Dovis - specie per le persone anziane perché i loro esami sono urgenti e la pensione non basta. Per cui arrivano a chiederci un sostegno per andare dai privati a fare l’esame».

Perché appunto, la sanità privata costa. Anziani sì, ma anche giovani. C’è infatti un record di richieste di aiuto al Banco farmaceutico in Italia, con oltre 463mila persone che hanno fatto richiesta di farmaci e cure. Succede anche a Torino dove, a fare queste richieste «sono sempre più giovani», afferma il direttore della Caritas. Infine, la povertà minorile, che aumenta anche a causa del fenomeno della dispersione scolastica. Ma a fare paura, oggi, sono soprattutto i “nuovi poveri col posto fisso”.

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