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A Torino
09 Dicembre 2024 - 05:20
Prima di tutto, la richiesta di acquisire gli atti dell'inchiesta penale, su cui la giudice deve ancora decidere. Rinviata la fissazione del calendario, con una data in particolare da cerchiare in rosso sulle agende di tutti i presenti (e non solo): il giorno in cui si terrà l'interrogatorio formale di John Elkann, come stabilito dal giudice istruttore Nicoletta Aloj.
Con questi passaggi oggi entra nella fase decisiva il processo civile, prima sospeso e poi ripartito dopo il sollecito della Corte di Cassazione. A un lato del "ring", John, Lapo e Ginevra Elkann; nell'altro, la loro madre Margherita Agnelli e i cinque figli di secondo letto, avuti con il conte Serge de Pahlen. Ancora una volta, come nei tribunali svizzeri e nell'inchiesta penale, l'oggetto del contendere è l'eredità dell'Avvocato Gianni Agnelli e della sua vedova, Marella Caracciolo. Cui Margherita aveva rinunciato nel 2004 con un patto successorio, valido solo per le leggi svizzere, a fronte di un pagamento di 1,3 miliardi di euro tra soldi, immobili e opere d’arte. Però, sia sul piano penale sia su quello civile, ora è tornato tutto in discussione. A partire dalla residenza svizzera di Marella, ritenuta fittizia, la possibile messa in discussione del 41,29% della cassaforte di famiglia (la società semplice Dicembre con cui John controlla l’impero Exor) ed eventuali patrimoni di famiglia ancora nascosti nei paradisi fiscali e offshore. In modo che i cinque figli de Pahlen possa accedere a una parte dell'eredità.
Per questo la giudice Nicoletta Aloj ha ordinato agli Elkann e al notaio Urs von Grueningen, esecutore testamentario di Marella, di esibire tutti i documenti relativi alle società e ai conti della donna, sparsi tra Isole Vergini Britanniche, Svizzera, Lussemburgo, Inghilterra, Stati Uniti, Singapore e Hong Kong. E ancora gli atti dell’inventario della successione Caracciolo, fondamentali per capire il passaggio delle quote della Dicembre dalla nonna ai nipoti Elkann: “Ma i tre fratelli e il notaio non hanno dato conto in sede civile violando l’ordine di esibizione del giudice” si apprende da una nota dei legali di Margherita Agnelli.
In pratica, in sede civile si muovono le stesse contestazioni dell'inchiesta penale tuttora in corso, partita da un esposto di Margherita: dopo le perquisizioni e il sequestro da 74,8 milioni, gli Elkann sono accusati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. E rischiano il processo insieme al commercialista Gianluca Ferrero e ai notai Remo Morone e Urs von Grueningen: “E nessuno di loro ha ravvisato elementi per impugnare - dandovi acquiescenza - il decreto di sequestro preventivo - prosegue l’avvocato Dario Trevisan, che assiste la figlia dell’Avvocato - È la prova, tra le varie circostanze, di come Marella Caracciolo avesse residenza abituale in Italia e di come la stessa fosse intestataria di rilevanti patrimoni finanziari, detenuti all’estero, tramite trust, fondazioni e offshore”.
Infatti il legale ha chiesto al Tribunale civile di accogliere la sua memoria cui ha allegato atti, documenti e verbali raccolti dalla Procura. La giudice si è riservata la decisione: «Confidenti nell’accoglimento della nostra istanza di acquisizione documentale, attendiamo fiduciosi gli sviluppi di questo processo, ancor più certi delle nostre ragioni, in una vertenza che oggi è più mai aperta. D’altronde siamo convinti le prove raccolte - che ricordiamo - sono state già vagliate in diverse occasioni da giudici terzi (GIP, Tribunale del Riesame e Suprema Corte di Cassazione) certifichino in modo inequivocabile la fondatezza delle nostre ragioni, anche rispetto alla causa civile, con tutte le rilevantissime conseguenze che ciò comporta».
Replicano, con un'altra nota, i legali degli Elkann: «Ribadiamo la piena validità degli accordi del 2004, stipulati tra Donna Marella e la figlia Margherita. La quale ha ricevuto un ingente patrimonio, rinunciando a ogni pretesa sia riguardo la successione del padre, sia a quella della madre. Contrariamente a quanto affermato dalla controparte, ad oggi nessun giudice penale si è espresso nel merito, compreso sul tema della residenza di Donna Marella. Ancora una volta assistiamo, quindi, al tentativo di strumentalizzazione a proprio vantaggio di elementi acquisiti in fase delle indagini preliminari».
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