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Chiesa

Il vice del Papa vescovo di Ivrea. Punizione o "parcheggio"?

Si rinnova l'epopea "bettaziana", il vice di Lercaro restò sotto le Rosse Torri per 60 anni

Il Papa e Daniele Salera

Il Papa e Daniele Salera

La storia di monsignor Daniele Salera, 54 anni, assomiglia molto a quella del giovane Bettazzi, il vescovo rosso di Ivrea, mancato nel 2023 alla veneranda età di 99 anni. I rumors dicono che Salera sarà il prossimo vescovo eporediese, che sostituirà presto monsignor Aldo Cerrato, collocato a riposo. L’analogia con Bettazzi? Salera, come il suo predecessore, è ausiliare di una grande città (Roma). Bettazzi lo era a Bologna. Quando uno ricopre posizioni come quelle, se viene nominato a capo di una piccola diocesi come quella sotto le Rosse Torri, è solo per due motivi, opposti tra loro: una punizione o per un momentaneo “parcheggio” prima di un nuovo e prestigioso incarico. Bettazzi, che era il vice di Lercaro sotto gli Asinelli, inizialmente accolse la missione come un “pit stop”, ma a Ivrea, poi, ci rimase tutta la vita, per quasi sessant’anni. Si è compreso solo a posteriori che quella nomina era stata concepita come una punizione per un prete troppo progressista, per quell’epoca e per quelle a venire.

MONSIGNOR LUIGI BETTAZZI

Salera è ausiliare nella diocesi del Papa ed è a sua volta progressista e bergogliano di stretta osservanza, per questo gli osservatori ritengono che a Ivrea soggiornerà solo qualche anno. Insomma, si ripetono le stesse cose che si dicevano negli Anni Sessanta per Luigi Bettazzi per cui, se Salera sarà nominato, metta pure in conto che a Ivrea trascorrerà tutta la vita, sperando di arrivare ai 99 di Bettazzi. Ma è d’obbligo il «se sarà nominato», perché la Santa Sede non ama particolarmente la fuga di notizie e, considerando che il nome di Salera è filtrato grazie ad alcune indiscrezioni, Francesco potrebbe sorprendere tutti e nominare un vescovo diverso o, addirittura, prorogare ulteriormente la missione di Cerrato. Bisogna solo avere un po’ di pazienza, domani il decreto sarà reso pubblico. In ogni caso, come viene percepita dal clero eporediese la nomina del nuovo vescovo? «Siamo così pochi preti - dicono in curia - che non stiamo certo a disquisire se un vescovo è progressista o tradizionalista...».

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