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inferno in barriera di milano

E in Barriera di Milano spunta anche il mercatino della refurtiva: «Ogni sera vendono in strada»

In largo Giulio Cesare le “bancarelle” dei disperati. In vendita anche decine di biciclette rubate

 In largo Giulio Cesare le “bancarelle” dei disperati: «Si procurano i soldi per la dose». In vendita anche decine di biciclette rubate

In largo Giulio Cesare le “bancarelle” dei disperati: «Si procurano i soldi per la dose». In vendita anche decine di biciclette rubate

Per comprare la droga, servono i soldi. Soldi che spesso, molto spesso, i tossicodipendenti non hanno e che, purtroppo, cercano rubando, prostituendosi o diventando a loro volta spacciatori. Ma a Barriera di Milano è spuntato anche un altro metodo per cercare di mettere insieme gli euro necessari a comprarsi la dose: un vero e proprio mercatino abusivo in cui vendere refurtiva o oggetti “pescati” dai bidoni dell’immondizia.

Da qualche mese, i “commercianti” , intorno alle 20 o anche prima, prendono possesso di una fetta del giardino “delle tre lanterne”, un triangolo di cemento ombreggiato da qualche albero e illuminato, appunto, da tre lampioni, che si trova in largo Giulio Cesare, all’altezza dell’incrocio tra il corso e via Volpiano. «Sono tutti stranieri, soprattutto marocchini - spiega Valeria - e vendono refurtiva e rifiuti. Si mettono lì per terra con la loro mercanzia e cercano di venderla ai passanti». Come si può intuire, non si tratta esattamente di merce di prima scelta. «Noi li vediamo: rovistano nei bidoni della zona e se trovano oggetti o vestiti, provano a venderli. Oppure arriva qualcuno con oggetti più belli, più preziosi ed è evidente che si tratta di refurtiva». Ad andare per la maggiore sono le biciclette, non è raro che ce ne siano anche decine accatastate lì vicino, pronte per chi vuole acquistarne una. «Ma una volta ho visto uno che ha persino scaricato dal baule un maxi schermo televisivo, sarà stato di più di 50 pollici».

Ovviamente si tratta di un mercatino abusivo. «Spesso, quando hanno finito, se ne vanno lasciando a terra quello che non sono riusciti a vendere. E poi dobbiamo aspettare che passi Amiat al mattino a rimuovere tutto». I clienti non mancano. «Sono altri stranieri, credo di non aver mai visto italiani comprare qualcosa - conclude Valeria -. Ma sono anche tanti stranieri residenti qui, che vivono nei palazzi della zona: persone che in teoria dovrebbero essere già inserite, non senzatetto o tossici».

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