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il caso

La Garante dei detenuti di Torino: «Troppi suicidi in carcere. Dalla politica ci aspettavamo di più»

Monica Gallo, in Comune, ha presentato “Morire di carcere. Raccolta di riflessioni sui suicidi in carcere 2024”

Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino, in Sala Rossa

Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino, in Sala Rossa

Mai così tanti morti e suicidi nelle carceri italiane. Il 2024, per il nostro Paese, si sta concludendo con un detenuto che si è tolto la vita nel carcere di Bergamo: è il numero 89 dall’inizio dell’anno. Ieri, al termine della conferenza stampa di fine anno, in Sala Rossa, del consiglio comunale, la Garante dei detenuti di Torino, Monica Gallo, ha presentato la pubblicazione “Morire di carcere. Raccolta di riflessioni sui suicidi in carcere 2024”. La casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, purtroppo, è una di quelle messe peggio nel panorama carcerario italiano, con un sovraffollamento che supera il 120%. «L’attività dei garanti - ha sottolineato Monica Gallo - ormai non è più una novità nel panorama nazionale. Tuttavia, questo virtuoso percorso di civiltà non fa registrare in parallelo un adeguato miglioramento dell’organizzazione e del funzionamento del “sistema carcere” preposto alla custodia e al recupero sociale di questa peculiare componente della popolazione».

Nelle carceri italiane, Vallette comprese, sono numerosi da anni i sopralluoghi di politici, sia locali che nazionali, compreso il ministro della Giustizia, Nordio, che ha visitato la casa circondariale ad agosto. Tuttavia, alle “capatine” dei politici non sempre seguono fatti concreti per il miglioramento della vita delle persone recluse. E infatti, mai come quest’anno si sono verificati tanti suicidi: 89, appunto. Ma mentre il Garante nazionale, collegato a una banca dati, riesce ad avere contezza di tutti quelli che vengono classificati come “eventi critici”, questa possibilità non c’è per gli altri garanti, che spesso di chi si toglie la vita lo vengono a sapere al telefono. «I detenuti che si suicidano in carcere? Lo veniamo a sapere nelle chat tra i vari garanti - afferma Monica Gallo - perché purtroppo le nostre carceri per noi garanti si stanno chiudendo. Spesso e volentieri non riusciamo a fare sopralluoghi per sapere come stanno i detenuti». Gallo poi ammette: «Dalla politica ci saremmo aspettati qualcosa di più. Il ruolo del Garante prevede infatti un monitoraggio dei luoghi di privazione della libertà, ma appunto non sempre possiamo andare a vedere come stanno le persone recluse».

E appunto quello dei suicidi e delle misure volte ad evitarli è il nuovo, inusitato fronte che l’attività del Garante si trova ad affrontare, insieme alle ulteriori e numerose criticità che caratterizzano quello che Gallo definisce «il disastrato panorama della detenzione. Lo stesso presidente Mattarella - conclude la Garante - ha chiesto interventi urgenti contro i suicidi in cella».

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