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Il caso

Il circo è sotto sequestro e gli animali restano bloccati: cosa sta succedendo alla Pellerina

Il “Maya Orfei” è ancora fermo a Torino dopo le accuse di caporalato al titolare

Il circo è sotto sequestro e gli animali restano bloccati: cosa sta succedendo alla Pellerina

L’ippopotamo in un angolo, i cammelli nell’altro. E accanto giraffa, zebra, cavalli ed elefante: tutti al parco della Pellerina, fermi da oltre un mese. Pronti a “esibirsi” negli spettacoli del circo Maya Orfei Madagascar, che non ci sono mai stati: perché il 7 dicembre i carabinieri hanno posto sotto sequestro 67 mezzi, il tendone e le attrezzature dopo che il gestore è stato accusato di caporalato. Non gli animali, che però sono rimasti bloccati al parco: «Li sposteremo l’8 gennaio perché abbiamo un contratto per esibirci a Montecarlo - spiega dal tendone uno dei responsabili del circo, Benito Giulio Martiri - E abbiamo avuto l’autorizzazione a trasferire anche le attrezzature, visto che qui arriveranno le giostre: andremo in un paese fuori dalla provincia di Torino in attesa di poter ricominciare a lavorare. Intanto, a rimanere fermi qui senza lavorare, ci abbiamo rimesso tra i 200mila e i 300mila euro. E gli artisti ci hanno lasciati tutti».

Quindi gli animali esotici del circo Madagascar resteranno un’altra settimana abbondante nel piazzale della Pellerina, in quella che suona come una beffa soprattutto per loro. E pensare che il sequestro è scattato per tutelare i lavoratori del circo, sfruttati pesantemente dal titolare (secondo l’accusa).

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri del gruppo per la Tutela del Lavoro di Genova e Milano, gli addetti dormivano ammassati in un caravan e lavoravano sette giorni su sette per una manciata di euro. E uno, caduto da 20 metri mentre smontava il tendone, è stato addirittura spostato per simulare un incidente di poco conto.

Per questo i militari hanno previsto il sequestro preventivo delle attrezzature e hanno notificato l’obbligo di dimora a Oreste Gramagna, il titolare della ditta che gestisce l’attività circense, accusato di “caporalato”: i reati contestati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’ulteriore conseguenza di questa operazione è il “blocco” degli animali alla Pellerina, senza neppure uno spettacolo a Torino.

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