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Sanità & Sicurezza

L'ambulanza costretta a portare un defunto: in ospedale arrivano le telecamere. Ecco dove

La sperimentazione decisa da prefetto e assessorato regionale dopo l'episodio di pochi mesi fa

pronto soccorso asti
Un'ambulanza arriva sul luogo di un incidente stradale e il personale si rende conto di non poter fare niente per la vittima, un motociclista che si è schiantato contro una vettura: è deceduto. I parenti, presenti sul posto, aggrediscono verbalmente i paramedici, li accusano di aver tardato li minacciano, si rifiutano di ammettere il decesso del defunto e così in ambulanza viene caricato un cadavere e, in sirena, portato inutilmente al pronto soccorso. Il tutto per evitare problemi. Al pronto soccorso, poi, c'erano alcune volanti della polizia per proteggere il personale (e a ben ragione, considerando che poi i parenti del defunto hanno sfogato la rabbia danneggiando alcune vetture nel parcheggio).
È successo ad Asti, nei mesi scorsi. Ma è probabilmente questo l'episodio decisivo per la decisione presa da prefetto e assessorato regionale alla Sanità: al pronto soccorso dell'ospedale Cardinal Massaia arrivano le telecamere, all'esterno e all'interno della struttura. Con in aggiunta un pulsante dedicato con cui medici e infermieri potranno dare immediatamente l'allarme alle forze dell'ordine. Si tratta del primo caso in Piemonte, ma come si coniugherà con il rispetto della privacy legato alla natura particolare di un luogo come il pronto soccorso? 
L'assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha definito questa sperimentazione "modello Asti". E, secondo il prefetto di Asti, Claudio Ventrice, la sua volontà ora è di "adottarla in tutti i presidi sanitari piemontesi".  Si tratta di nove telecamere, esterne e interne, che verranno installate in questi giorni, da parte di una azienda di Roma, la Securshop. Il costo di questa misura di protezione è di 2.100 euro di canone annuo.

L'assessore Federico Riboldi

Perplessità, nonostante l'approvazione della misura, da parte del sindacato infermieri Nursind: "Si cura il sintomo ma non la malattia" dice il segretario provinciale Gabriele Montana, secondo il quale il primo problema del pronto soccorso è l'affluenza eccessiva di casi che potrebbero essere affrontati dalla medicina di base sul territorio. Nel 2024, in dieci mesi, al pronto soccorso del Cardinal Massaia sono passati 51.238 pazienti, di cui 1.753 in codice rosso (circa il 3,4% del totale) e ben 22.008 codici verdi con 10.853 azzurri. 
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