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IL CASO

Askatasuna, lo Stato chiede un risarcimento da record nel processo contro 28 militanti

Il pubblico ministero Manuela Pedrotta ha già chiesto condanne per 88 anni di carcere

I giudici: «In Askatasuna c'è chi pensa alla lotta armata»

L'Avvocatura dello Stato ha chiesto un risarcimento da record ai 28 esponenti di Askatasuna, tutti imputati nel maxiprocesso contro il centro sociale in corso in queste ore al tribunale di Torino: «Hanno fatto danni per circa 6 milioni e 800 mila euro».

La richiesta è stata presentata oggi per conto della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri dell'interno e della difesa che sono costituiti parte civile. La somma si riferisce, fra l'altro, alle spese sostenute dalle pubbliche amministrazioni e da polizia e carabinieri in occasione delle manifestazioni contro i cantieri del Tav in Val di Susa.

Gli imputati del maxiprocesso sono 28, di cui 16 accusati di associazione per delinquere. Per loro il pubblico ministero Manuela Pedrotta ha chiesto condanne per un totale di circa 88 anni di carcere.

Sulla richiesta dell'Avvocatura ha commentato Elena Chiorino, vice presidente della Regione Piemonte: «Chi rompe, paga. La richiesta di risarcimento di 6,8 milioni di euro è un segnale importante e necessario da parte dello Stato per ribadire che non c’è spazio per chi mina la sicurezza e il rispetto delle regole nella nostra Nazione». Secondo l'esponente di Fratelli d'Italia, «la violenza e l’illegalità non possono essere tollerate, soprattutto quando colpiscono opere strategiche per lo sviluppo del nostro territorio e per l’interesse collettivo, a maggior ragione quando si attaccano con violenza gli uomini e le donne in divisa. Il maxi processo agli esponenti del centro sociale Askatasuna è un passaggio cruciale per affermare la centralità della legalità e il diritto a vivere e lavorare in un contesto di ordine e sicurezza. Come Regione Piemonte, continueremo a sostenere le istituzioni e a schierarci dalla parte dei cittadini, dei lavoratori che credono nel valore del progresso e della coesione sociale, e delle nostre forze dell'ordine».

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