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Religione
17 Gennaio 2025 - 13:23
Bernardo Guy
L’assonanza del nome c’è. Frà Celestino della Croce, quasi a scimmiottare quell’Ubertino da Casale, francescano in odore di eresia che su un dorso di mulo, ne “Il nome della rosa” di Umberto Eco, ha scampato gli strali (e il rogo) di Bernardo Guy, della Santa Inquisizione. Per ora, però, non si intravede, neppure all’orizzonte, un Guglielmo da Baskerville pronto a correre in soccorso del frate scismatico. Celestino della Croce (al secolo Pietro Follador) e il suo sodale don Alessandro Maria Minutella, già scomunicato nel 2018, sono alla ricerca della loro Sacra, ma si sono fermati prima della Val di Susa, accontentandosi di un modesto cascinale in provincia di Cuneo. I due eretici ultra tradizionalisti, hanno deciso di ampliare il loro raggio d’azione e, accompagnati dalla corte dei loro pochi seguaci, sono sbarcati in Piemonte per fare nuovi proseliti. Apriti cielo, i vescovi piemontesi sembra non l’abbiano presa molto bene.
DON MINUTELLA E FRA' CELESTINO DELLA CROCE
Anzi, il comunicato diffuso due giorni fa appare come una vera e propria crociata contro i due eretici accusati anche di apostasia, che vengono citati semplicemente come i signori Minutella e Follador; come a sottolineare, in maniera sprezzante, che i due sono fuori dalla Chiesa e non si possono fregiare di titoli o carismi religiosi. In verità, la conferenza vescovile piemontese, altro non ha fatto che adeguarsi alla prassi di altre conferenze regionali, nei luoghi dove Minutella e Frà Celestino della Croce si sono recati a predicare e impartire sacramenti. Il Piemonte, però, per la confraternita eretica rappresenta una regione dove si possono mietere più frutti che altrove. Non è un segreto che a Torino, ma anche in altre diocesi come quella di Ivrea, i preti e i fedeli tradizionalisti sono un certo numero. Forse di più di quanti se ne possano immaginare. Una posizione ecclesiale manifestata solo nel buio catacombale, proprio per evitare l’inquisizione che con Francesco sembra essere tornata di moda. «Però solo a senso unico - spiega in forma anonima uno di questi preti che settimanalmente nel Basso Canavese celebra la messa in latino con il rito di San Pio V -, solo i tradizionalisti vengono perseguiti, i catto-comunisti, invece, sono diventati l’esempio dell’ortodossia». Il giovane sacedrdote non si spinge oltre e su Minutella e Frà Celestino della Croce dice: «Loro si sono posti al di fuori della Chiesa, noi invece rimaniamo fedeli alla Cattedra di Pietro. Conduciamo le nostre battaglie e abbiamo fede che, già con il prossimo pontefice, le cose potrebbero cambiare».
TRADIZIONALISTI IN PREGHIERA A MONTALENGHE
Dunque, anche i tradizionalisti più convinti guardano con un certo sospetto i signori Minutella e Follador e li giudicano come «fratelli che sbagliano...». Ma qual è l’obiettivo vero dei due eretici in Piemonte? Se lo chiedono in molti e, verosimilmente, l’ipotesi che i due signori in abito talare cerchino un dialogo con il Priorato di San Carlo Borromeo a Montalenghe, appare probabile. Una comunità, quella di Montalenghe, legata alla Fraternità Sacerdotale San Pio X fondata dal vescono francese Marcel Lefebvre, scomunicato da Papa Wojtyła, quando a reggere il Sant’Uffizio, nei panni di un contemporaneo Bernardo Guy, era stato chiamato l’allora cardinale Joseph Ratzinger. Ma perché proprio Montalenghe? Perché è la comunità dei seguaci di Lefebvre più critica riguardo il processo in atto di ritorno in seno alla chiesa di Roma. Ma c’è di più, tra i lefevriani ci sarebbe anche un vescovo pronto a rinnovare lo scisma, a consacrare sacerdoti e vescovi e a restituire a Minutella e a Frà Celestino il carisma sacramentale. Dunque, sembra proprio che dal Canavese, terra di cardinali e vescovi (più che di santi), possa nascere una nuova chiesa. E anch’essa sedicente cattolica.
DON MINUTELLA INAUGURA IL NUOVO CENTRO DI PREGHIERA IN PIEMONTE
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