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La denuncia

Anche gli storici Docks Dora finiscono nel mirino dei ladri: «Arrivano dalla Gondrand»

Serie di assalti notturni nello storico complesso di Barriera di Milano

Anche gli storici Docks Dora finiscono nel mirino dei ladri: «Arrivano dalla Gondrand»

Ora anche i Docks Dora finiscono nel mirino dei ladri: «Colpa dei tossici che stanno alla Gondrand e negli altri vuoti urbani qui vicino: chiediamo interventi al più presto, non possiamo aspettare la metro 2».

A parlare è Fijodor Benzo de “Il Cerchio e Le Gocce”, associazione culturale che si occupa di arte e murales. La sede è in quelli che, una volta, erano i magazzini Dora di via Valprato. Nei decenni successivi si sono trasformati più volte e ora il complesso ospita uffici, studi, negozi e locali. Dove, le scorse notti, ci sono state parecchie visite indesiderate: «I danni economici sono minimi - premette Benzo - Però questi furti danno fastidio: da noi hanno forzato una finestra per entrare nel magazzino e rubare una cassa Bluetooth, un trapano e altri attrezzi. So che si sono introdotti anche in altri spazi, poi hanno spaccato il vetro di un’auto parcheggiata e portato via delle biciclette».

L’ipotesi è che gli autori siano soprattutto tossicodipendenti che vivono negli spazi abbandonati poco distante dai Docks Dora, tra il parco Sempione e corso Venezia. Scavalcano e forzano per portare via qualcosa con cui pagarsi le dosi, come succede da tempo in molte zone di Torino. D’altronde l'ex Gondrand è ancora “abitata”: «Doveva essere demolita un anno fa, invece è ancora lì» tuona in merito Verangela Marino, consigliera di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 6.

Penzo tiene toni più bassi ma lancia un appello: «Ai Docks Dora si lavora e si sta davvero bene, non sono un ghetto. Ma ora dovremo mettere un antifurto per proteggerci: abbiamo anche pensato a una vigilanza privata ma costerebbe 40mila euro per tutto il complesso. Tutto perché siamo vicino a una “terra di nessuno” che resterà tale fino a quando non si faranno dei lavori di riqualificazione, a partire da quelli per la Metro 2. Ci aspettiamo che gli enti pubblici intervengano prima».

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