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Il caso
02 Febbraio 2025 - 06:50
Basta visite private in ospedale e turni extra per abbattere le liste d’attesa: è la “ricetta” lanciata dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi ma anche dal futuro commissario della Città della Salute, Thomas Schael. Un modo per ridurre il ricorso alle cliniche ed evitare problemi come quello che ha portato all’apertura di tre inchieste penali in Procura: «Ma stanno sparando sull’obiettivo sbagliato - tuona Chiara Rivetti, segretario regionale di Anaao-Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri - Sospendere le visite intramoenia non è la soluzione: le liste d’attesa si abbattono assumendo medici e organizzando meglio. E qualcuno accetterà gli straordinari, gli altri resteranno a casa a badare ai figli».
Le parole scelte da Rivetti fanno capire quanto sia feroce lo scontro all’interno della sanità piemontese. E parlare di “guerra” non è poi così azzardato, ricordando anche come Rivetti ha risposto solo un paio di giorni fa all’assessore: «Riboldi ci chiede sacrifici? Arriva in ritardo: li facciamo già da tempo, troppo. Siamo pochi e stanchi perché lavoriamo di notte, nelle feste e anche tre week-end su quattro».
Allora verrebbe da chiedere cosa cambierebbe se entrasse in vigore la proposta di Riboldi e Schael: «Adesso si parla di sospendere l’intramoenia, cioè le visite private che i medici svolgono nel tempo libero dall’attività pubblica. E che portano ricavi anche alle aziende sanitarie, visto che i medici versano una quota di quanto guadagnano. Ma, se Schael e Riboldi le sospendono, vorrà dire che i colleghi staranno di più a casa o andranno a prendere i bimbi a scuola». Perché? «Premesso che gli illeciti vanno verificati e, nel caso, perseguiti, il nostro è un lavoro sempre più femminile - risponde la segretaria di Anaao-Assomed - Infatti solo il 30% dei medici ospedalieri svolge l’intramoenia, con una maggioranza di uomini: gli altri e le altre, tendenzialmente, preferiscono dedicarsi alla cura della famiglia».
Quindi un medico su tre rinuncia al tempo libero per le viste private ma non lo farebbe per lo straordinario che potrebbe ridurre le liste d’attesa? «Già oggi i dipendenti di Città della Salute fanno più delle 8 ore previste da contratto per concludere i casi, senza alcuna retribuzione aggiuntiva. E bisogna vedere se ci siano i fondi per le prestazioni extra. E poi non si sta inventando nulla: tante Asl propongono turni extra, c’è chi accetta e chi no. Ma non deve diventare obbligatorio. Anche perché non c’è nessuna correlazione tra intramoenia e liste d’attesa». In che senso? «Le visite private sono previste per legge: se non piace, la cambino. E non è colpa nostra se nel pubblico ci vogliono 6 mesi per una visita mentre nel privato bastano 6 giorni: abbattano le liste d’attesa assumendo nuovi medici o organizzando meglio il lavoro. Bisogna migliorare sulla collaborazione fra ospedali e territorio, sui percorsi di cura e sulle prescrizioni, spesso eccessive per la tendenza a una “medicina difensiva”».
Su questi punti l’assessore Riboldi, in un'intervista a TorinoCronaca, ha presentato il suo piano di lavoro fatto di «control room» e «intelligenza artificiale per ottimizzare le prenotazioni, sulla base della scheda personale del singolo e della sua capacità di spostamento». Ma ha annunciato anche l’arrivo medici da Israele, Albania e addirittura Brasile e Argentina: «La carenza di specialisti è indubbia e ben vengano i colleghi stranieri, a patto che sappiano l’italiano - concede Rivetti - Poi possiamo puntare sugli specializzandi degli ultimi anni e su chi si formerà grazie ai posti in più: penso al problema dei pediatri, che poco per volta si sta risolvendo».
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