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Muore per l’amianto della nave della Marina, il ministero risarcisce la figlia con 280mila euro

Il militare, Luigi Angelo Pittau, è stato ucciso da un mesotelioma pleurico

Il militare,  Luigi Angelo Pittau, è stato ucciso da un mesotelioma pleurico

Il militare, Luigi Angelo Pittau, è stato ucciso da un mesotelioma pleurico

Il Ministero della Difesa è stato condannato dal tribunale civile di Torino a versare 280mila euro di risarcimento alla figlia di un militare deceduto nel capoluogo piemontese a 60 anni, nel 2010, per un mesotelioma pleurico, una malattia legata all’esposizione all’amianto.

Come spiega l’avvocato della donna, Ezio Bonanni, il militare, Luigi Angelo Pittau, motorista navale, aveva prestato servizio nelle unità della Marina e in diverse basi arsenalizie dove, in qualità di tecnico meccanico, si occupava di manutenzione delle caldaie a turbine e a vapore. Nell’agosto 2009 all’uomo venne diagnosticato il mesotelioma che ne determinò il decesso nell’ottobre del 2010. La figlia del militare, Monica Pittau, residente a Chivasso, citò il Ministero non solo per l’esposizione alla fibra killer e ad altri cancerogeni, ma perché avrebbe «omesso di assicurare le informazioni circa il rischio derivante dall’amianto e la sorveglianza sanitaria, oltre che gli strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale».

«Nel 2019 - spiega Bonanni - il Ministero della Difesa aveva dovuto emettere, a seguito di una pronuncia della Corte d’appello di Torino, il decreto di riconoscimento di Pittau di “Vittima del dovere con equiparazione”». Quanto alla decisione del tribunale, per Bonanni «si tratta dell’ennesima sentenza di condanna, in sede civile, a carico della Difesa per la malattia e il decesso di un militare per l’elevata e non cautelata esposizione a fibre e polveri d’amianto nelle unità navali e nelle basi».

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