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Il caso

Vergogna Askatasuna, al sopralluogo del Comune consiglieri "sequestrati" e sbeffeggiati

Esplode la polemica politica. La vicesindaca: "Il progetto va avanti" ma tutti chiedono lo sgombero

Askatasuna, il sopralluogo del Comune finisce in protesta con cori e maschere da clown

All’ingresso, una “passerella” di foto di politici con il naso rosso e contestazioni al consigliere comunale Silvio Viale. All’uscita, cori e maschere da clown: è finito fra le polemiche il sopralluogo comunale di ieri al centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47. «Vergognoso, ci siamo sentiti violentati. Anche perché l’immobile dovrebbe essere vuoto e non lo è» tuonano i consiglieri di opposizione. 

Sorpresa all’arrivo

Il sopralluogo è stato organizzato dalla Commissione di controllo e gestione della Città. Ad attenderli, i consiglieri hanno trovato esponenti del centro sociale e del collettivo femminista Non Una Di Meno, che hanno contestato il consigliere Silvio Viale: hanno tentato di impedirgli l’ingresso a causa delle accuse di molestie sessuali mosse da alcune sue pazienti (è ginecologo), per cui è al centro di un’inchiesta penale. «È stato abominevole» tuona Pino Iannò, presidente della Commissione. Poi, all’interno, era stata allestita una “passerella” fatta di foto di politici, locali e nazionali (tra cui la premier Giorgia Meloni). Il sopralluogo si è limitato al piano terra, cioè lo spazio agibile su cui è incentrato il Patto: nel resto dello stabile sono andati solo dei tecnici comunali, che hanno mostrato l’interno con una video chiamata.

Alla fine del sopralluogo i consiglieri del Centrodestra accusano Giunta e maggioranza. Dietro di loro, intanto, i componenti del centro sociale mostrano maschere da clown e intonano musiche da circo, tentando di zittirli e di allontanarli fingendo di scopare per terra: «Qui la vera colpa è della maggioranza, che si presta a tutto questo - attaccano Ferrante De Benedictis, Giovanni Crosetto, Giuseppe Catizone, Pierlucio Firrao ed Enzo Liardo - Il sindaco e il Centrosinistra facciano un passo indietro e interrompano il Patto di collaborazione: è inaccettabile per ogni principio democratico, anche perché è evidente che lì dentro vive qualcuno».

Concorda Iannò: «Nel video abbiamo visto il frigo pieno, una scarpiera, della carta igienica: è l’ennesima conferma che l’immobile viene ancora utilizzato. Speriamo che che questo sopralluogo sia stato un tassello verso lo sgombero».
Per la maggioranza interviene il capogruppo del Pd, Claudio Cerrato: «La visita è stata un’occasione di confronto e dialogo, un successo per la democrazia e un passo avanti per trovare soluzioni alle esigenze della comunità».

«Andiamo avanti»

La vicesindaca Michela Favaro annuncia la continuazione del patto di collaborazione con i cittadini, che prevede l’apertura al pubblico del piano terra dell’immobile: «La nuova delibera sarà pronta a breve, entro la scadenza del 15 marzo». Così, nonostante tutto, partirà il patto vero e proprio: «Stiamo cercando una mediazione per restituire uno spazio alla collettività, allargando anche alle altre attività proposte per il piano terra - conclude Favaro - Il resto è fuori dal patto perché è inagibile e sistemarlo sarebbe più impattante e costoso».

Sulla presenza di persone all’interno del centro sociale, la vice sindaca glissa («sono valutazioni soggettive») mentre Ugo Zamburru, il referente del comitato dei cittadini cui il Comune aveva consegnato le chiavi un anno fa, alza le spalle: «È inutile che facciamo finta di niente, non è che Askatasuna può essere subito perfetto». Zamburru è accusato di aver fatto “girare” quelle chiavi fra gli esponenti del centro sociale: «I processi non sono mai semplici, solo nelle dittature è tutto perfetto - riflette ancora il referente - Adesso lo spartiacque è la delibera: o si approva e si parte, o si lascia perdere tutto».

Intanto monta la polemica politica: «Un’altra inaccettabile umiliazione alla città e a chi è stato scelto per rappresentarla - tuona Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione - Lo Russo usa un metodo cerchiobottista, io dico che Askatasuna va chiuso senza se e senza ma». La senatrice Augusta Montaruli parla di «raccapricciante inchino ai violenti di Askatasuna: chiediamo al ministro Matteo Piantedosi di valutare lo sgombero e il sequestro». Le fa eco il consigliere regionale Fabrizio Ricca: «È stata l’ultima delle provocazioni, che ha oltrepassato il limite. Se agli antagonisti piacciono così i pagliacci, al posto del centro sociale facciamo costruire un bel McDonald’s». «Lo Russo e la sua maggioranza stanno con le istituzioni o con i delinquenti?» domandano il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, segretari provinciale e cittadino di Forza Italia. «La situazione ormai è completamente fuori controllo, in quel luogo regna l’anarchia completa e questo è inaccettabile» aggiunge il consigliere Domenico Garcea.

Fra i pochi a non intervenire, dopo il sopralluogo “contestato”, c’è il sindaco Stefano Lo Russo. Che, a margine di un altro evento, aveva replicato al generale Roberto Vannacci e al suo invito al Comune di “darsi una mossa” su Askatasuna: «Considero una medaglia al valore i suoi attacchi, anche perché credo che di Torino non sappia nulla. Quanto ad Aska, il sopralluogo era richiesto dai consiglieri, è stato fatto e il procedimento andrà avanti».

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