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LA PROTESTA

La Lega «Mai sottomessi all’Islam». Così il Carroccio contro Lo Russo

Intanto Maccanti porta in comune una mozione per vietare il burqa «Si tratta di sicurezza»

La Lega «Mai sottomessi all’Islam». Così il Carroccio contro Lo Russo

Un flash mob per contestare gli sportelli voluti dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, dediti a denunciare episodi legati all’islamofobia. È l’iniziativa della Lega: davanti al Comune di Torino i sostenitori del Carroccio con cartelli e slogan come“Mai sottomessi all’Islam”. Una scelta, quella degli sportelli, che la Lega definisce assurda e «che punta a silenziare chiunque osi attaccare l’estremismo islamico, criticare certi comportamenti delle comunità musulmane o segnalare episodi in cui le donne vengono sottomesse per motivi religiosi. Una decisione, quella degli sportelli, figlia del politicamente corretto. La Lega non smetterà mai di denunciare il pericolo di un islamismo sempre più aggressivo in Europa e in Italia» dichiarano congiuntamente Silvia Sardone, eurodeputata Lega, Elena Maccanti, segretario provinciale Lega e parlamentare, il consigliere regionale Andrea Cerutti, il parlamentare Alessandro Benvenuti e il consigliere comunale Giuseppe Catizone, presenti al flash mob. Con loro, diversi militanti.


«Non ci faremo intimidire da iniziative farsa: l’amministrazione di sinistra di Torino continua a moltiplicare proposte assurde e ideologiche, lontanissime dalle vere priorità dei cittadini» dichiarano i politici di Salvini. Sempre riguardo al tema Islam, Elena Maccanti ha depositato proprio due giorni fa a Palazzo Civico una mozione per vietare il burqa. “Non è tollerabile che sia permesso indossare un indumento che copre la faccia e occulta l’identità di una persona. Come non si può entrare in un esercizio o luogo pubblico con il casco, allo stesso tempo va vietato il burqa. Non si tratta di religione ma di legalità» spiega la parlamentare che precisa il riferimento al velo integrale (quello che lascia scoperti solo gli occhi: diverso è lo hijab, copri capo che si porta su nuca e capelli lasciando scoperto il viso, tipologia di velo che non nasconde l’identità di chi lo indossa). La segretaria Maccanti inoltre parla di dati oggettivi «numeri alla mano. A Torino il 15% dei cittadini sono stranieri. La percentuale dei reati gravi che vengono perpetrati sono per il 45% a opera di stranieri. La percentuale cresce al 60% se si tratta di minori stranieri. Tanti torinesi sono come prigionieri a casa loro. La proposta degli sportelli li fa quasi passare per razzisti, quei torinesi. Lo Russo? Strizza l’occhiolino a tutti tranne che ai suoi cittadini. Vedi Askatasuna» conclude Maccanti.

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