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L'accusa

Il colonnello non paga i lavori per la piscina: «Vuoi i soldi? E io ti rovino»

Bernardino Vagnoni, già comandante dei carabinieri a Torino e Asti, è finito a processo

Il colonnello non paga i lavori per la piscina: «Vuoi i soldi? E io ti rovino»

Può un colonnello dei carabinieri ottenere una piscina gratis grazie alla sua posizione? Secondo l’accusa della procura, Bernardino Vagnoni ne era convinto: «Se mi chiedi ancora quei soldi, ti mando la guardia di finanza e ti rovino» avrebbe detto il militare all’imprenditore che gli aveva scavato una piscina accanto alla sua villa sulla collina di Revigliasco (oltre a una serie di altri lavori). Era il 18 novembre 2008 e all’epoca il militare aveva appena lasciato la guida della Compagnia di Moncalieri, dove abita ancora oggi. Poi è diventato capo del Nucleo Radiomobile, vice comandante provinciale di Torino e infine comandante provinciale ad Asti, prima di andare in congedo. E ora, da ormai ex carabiniere, è finito a processo per concussione. Anche se intanto sono passati addirittura 17 anni dai lavori contestati.

Sarà il tribunale a ricostruire se davvero l’ufficiale dell’Arma ha fatto la “voce grossa” con i due professionisti che hanno lavorato in casa sua. Di certo, per ora, c’è l’accusa contestata dal pubblico ministero Giovanni Caspani sulla base delle denunce presentate dagli imprenditori: uno, titolare di una ditta di escavazioni, avrebbe dovuto ricevere circa 38mila euro per il suo lavoro. E un idraulico ne aspettava altri 28mila, per un totale di 66mila. Versati solo in parte e, secondo il colonnello, per un motivo valido: «Sostiene che abbiano lavorato male, tanto che avrebbe dovuto chiedere lui i danni - riporta l’avvocato Pierpaolo Rivello, che difende il militare - Per questo lui ha sempre ribadito la sua assoluta innocenza». Invece la Procura è convinta che Vagnoni non abbia pagato facendo valere il suo ruolo e “minacciando” controlli di sue «conoscenze nella guardia di finanza». E, per paura che mantenesse questo impegno, i due imprenditori hanno smesso di rivendicare i loro crediti. Fino a quando è andato in prescrizione: «Ma uno dei due imprenditori ha avviato un contenzioso civile, concluso poi con una transazione» sottolinea ancora l’avvocato Rivello. Ma l’inchiesta penale è andata avanti, nonostante siano passati gli anni e ci fosse il dubbio che anche il reato fosse prescritto. Eppure ieri è cominciato il processo contro l’ex comandante: i giudici hanno valutato che la concussione, se effettivamente commessa, è proseguita nel tempo. E quindi non è ancora finita in prescrizione: il dibattimento, iniziato ieri mattina, riprenderà il 9 giugno, quando saranno sentiti i primi testimoni e anche l’imputato.

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