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Economia

Il naso artificiale e il futuro del vino in Italia: le riflessioni di Angelo Gaja

Tra intelligenza artificiale e sfide climatiche, l'imprenditore di Barbaresco esplora il ruolo della tecnologia nel vino

Il naso artificiale e il futuro del vino  in Italia: le riflessioni di Angelo Gaja

Sabato scorso, l'Aula Magna della Facoltà di Viticoltura ed Enologia di Alba (Ampelion) ha ospitato l'inaugurazione ufficiale del nuovo Anno Accademico dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino (AIVV). Il tema scelto per l'incontro di due giorni era l'intelligenza artificiale, un argomento che ha suscitato grande interesse, tanto che diversi interventi di alto livello si sono susseguiti nel corso dell'evento. Tra questi, ha suscitato particolare attenzione quello di Angelo Gaja, rinomato imprenditore vinicolo di Barbaresco.

Gaja ha offerto una riflessione a 360 gradi su questioni cruciali per il settore. Ha sottolineato che l'intelligenza artificiale avrà sicuramente un impatto positivo sulla creatività, ma ha aggiunto che l'eleganza del vino continuerà a dipendere esclusivamente dall'uomo, non essendo replicabile dalla tecnologia: "Ci saranno strumenti come il naso artificiale per misurare l'acidità, i tannini e la concentrazione, ma non l'eleganza. Quella rimarrà sempre nelle mani dell'uomo", ha dichiarato.

Il noto produttore ha anche affrontato temi oggi molto discussi, come i cambiamenti climatici. "Dobbiamo imparare a convivere con questi mutamenti – ha spiegato Gaja –. I patogeni sono sempre più aggressivi e non possiamo eliminarli completamente. L'importanza è nell'adattamento: bisogna esplorare nuove soluzioni, come piantare vigneti in zone più alte, cercando di preservare anche i boschi, che rivestono un ruolo cruciale". Ha poi parlato delle varietà resistenti, sottolineando che, sebbene siano importanti, non dovrebbero ottenere la denominazione di origine controllata, per non compromettere l’autenticità del prodotto.

In merito alla crescente demonizzazione del vino come bevanda alcolica, Gaja ha citato una dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha definito l'alcol un veleno in qualsiasi quantità, non solo in caso di abuso. "Noi siamo fermi e non stiamo introducendo novità", ha osservato l'imprenditore. "Dobbiamo capire che combattere contro la ricerca scientifica è una causa persa. La nostra sfida ora è ripensare il nostro messaggio, promuovendo il consumo responsabile: bere con moderazione. Se si sa come bere, si possono ridurre i rischi, consapevoli che ogni abuso è dannoso e che l'alcol può creare dipendenza."

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