Cerca

Cronaca

Conto alla rovescia per gli sfollati, Ivrea prova ad intervenire

La residenza Santo Bambino chiude e trenta persone rischiano di restare senza casa

Sfrattati dalla carità: la sfida di Ivrea per garantire un tetto ai più fragili

La chiusura della residenza crea un problema di sfollamento

Ancora 12 giorni e poi il destino sarà compiuto. Ivrea si trova di fronte a una sfida che mette alla prova la sua capacità di rispondere alle emergenze sociali: la chiusura della Residenza collettiva Santo Bambino prevista per il 25 aprile rischia di lasciare trenta persone senza un tetto. La notizia dello sgombero imminente è giunta solo ora all'assessora alle Politiche sociali, Patrizia Dal Santo nonostante la comunicazione ufficiale risalga al 14 febbraio che imponeva agli ospiti di liberare la struttura per “improrogabili lavori di ristrutturazione e di riorganizzazione dell’accoglienza”.

“Stiamo sudando freddo”, ammette con franchezza l’assessora Dal Santo. La situazione è critica e il tempo stringe per trovare una sistemazione per tutti gli ospiti. “Abbiamo attivato le procedure per l’emergenza abitativa, con particolare riguardo alle famiglie con minori”, spiega l’assessora sottolineando la delicatezza della situazione. Tuttavia molte delle trenta persone coinvolte non hanno ancora una soluzione certa. Il Comune di Ivrea ha avviato interlocuzioni con diversi enti e istituzioni per cercare soluzioni immediate come l’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e il Consorzio In.Re.Te. oltre ad altri Comuni del territorio. “Con ATC abbiamo chiesto che ci vengano messi a disposizione alcuni alloggi per l’emergenza abitativa”, afferma Dal Santo, pur riconoscendo che la legge limita l’uso degli alloggi liberi per l’emergenza al 50%, mentre il resto è vincolato alla graduatoria ordinaria. L’assemblea straordinaria del Consorzio In.Re.Te. ha visto il Comune chiedere supporto ai paesi vicini ma convincere le persone ad accettare sistemazioni fuori Ivrea si rivela complicato. La residenza in città è essenziale per molti e la speranza si rivolge anche al dormitorio della Caritas sebbene le risorse siano limitate.

L’assessora ha anche lanciato un appello ai cittadini di Ivrea: “Se ci fossero case disponibili anche in comodato il Comune potrebbe farsi carico della gestione. Sarebbe un investimento straordinario, ma necessario”. Un invito a unire le forze per trovare una soluzione concreta e immediata che garantisca un tetto a chi rischia di ritrovarsi per strada. La situazione della Residenza Santo Bambino era nota da tempo ma la manutenzione carente non può diventare un pretesto per un’evacuazione senza alternative. Ora la sfida di Ivrea è quella di trasformare un’emergenza in un’opportunità per ripensare le politiche sociali e abitative, mettendo al centro la dignità delle persone.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.