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Niente premi, solo salti: il freestyle che sfida le regole

The Swatch Nines 2025 riporta al centro il divertimento con evoluzioni spettacolari e strutture fuori dagli schemi

Niente premi, solo salti: il freestyle che sfida le regole

Freme l'atteso per l'evento invernale

Niente coppe, premi in denaro o classifiche. Eppure cinquanta tra i migliori skier e snowboarder del mondo si sono ritrovati sulle nevi di Schilthorn, in Svizzera rispondendo all’invito di The Swatch Nines. Un evento nato diciassette anni fa con l’obiettivo di riportare lo sport alla sua essenza più pura: libertà, creatività e condivisione.

«All’inizio eravamo solo in nove, da qui il nome» racconta Nico Zacek, ex freeskier professionista e fondatore dell’evento. «Nel tempo, grazie al sostegno degli sponsor che hanno creduto nel progetto  siamo cresciuti fino a riunire alcuni dei più grandi nomi del freestyle mondiale». The Swatch Nines  è oggi un summit d’élite nel mondo del freestyle, disciplina in cui sciatori e snowboarder sfidano la gravità con salti, rotazioni e acrobazie spettacolari.

Il freestyle ha fatto il suo ingresso ai Giochi Olimpici nel 1988 a Calgary con un debutto ufficiale ad Albertville nel 1992 e solo nel 2014 con l’introduzione di halfpipe e slopestyle ai Giochi di Soči la disciplina ha ottenuto un pieno riconoscimento internazionale accompagnato da regolamenti stringenti, federazioni e sponsor. Zacek però sottolinea una criticità: «Quando il freestyle è entrato nel circuito olimpico, ho iniziato a percepire una perdita di autenticità. Sport come lo snowboard, il freeski, ma anche lo skate o il surf, nascono da uno spirito libero. Non si tratta di misurare chi va più veloce o chi salta più in alto, ma di divertirsi. Con The Swatch Nines vogliamo tenere vivo proprio questo spirito».

Tra le tende che ospitano l’area relax e il food court si incontrano nomi noti del panorama internazionale. Anna Gasser, medaglia d’oro nel Big Air a Pechino 2022, e Ian Matteoli, il talento italiano dello snowboard, sono solo due dei protagonisti. Proprio Matteoli spiega bene il senso dell’evento: «Qui non devo rincorrere un punteggio. Posso scegliere la struttura, il salto, il momento. È un’espressione di libertà totale».

Il frontside 2160 che richiede sei rotazioni complete in aria è uno dei trick che l’ha reso celebre. Ma all’interno del The Swatch Nines, Matteoli sperimenta anche salti meno “premiabili” dalle giurie ma molto rispettati tra gli atleti per la loro difficoltà tecnica e originalità. «Le strutture sono diverse da quelle delle competizioni: il salto finale, in particolare, è una spina con due atterraggi laterali che richiede una rotazione e un'inclinazione di 90 gradi. Cambia tutto: traiettoria, equilibrio, timing».

The Swatch Nines non è solo sport, è una visione. È l’idea che la vetta non sia una medaglia ma il piacere di saltare accanto ai propri idoli in un’arena creata per esaltare il talento e non per giudicarlo. È un inno alla libertà, alla creatività e alla comunità che da sempre anima il freestyle. In fondo, come dice Zacek, «qui si viene per divertirsi, non per vincere».

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