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Piemonte
15 Aprile 2025 - 19:15
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In un'epoca in cui i diritti civili sono al centro del dibattito pubblico, il Piemonte si distingue come una regione all'avanguardia, pronta a garantire ai suoi cittadini la possibilità di esprimere le proprie volontà sul fine vita in modo più accessibile. Grazie all'approvazione di un ordine del giorno presentato da Alice Ravinale, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in consiglio regionale, il Piemonte diventa la seconda regione italiana, dopo la Toscana, a consentire il deposito delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) direttamente negli ospedali e nelle ASL. Ma cosa significa realmente questo passo avanti per i cittadini piemontesi e per l'Italia intera?
La possibilità di depositare il testamento biologico nelle strutture sanitarie rappresenta un significativo progresso in termini di diritti civili. Fino ad ora, infatti, i cittadini italiani potevano registrare le proprie DAT solo presso il comune di residenza o tramite un notaio. Questa limitazione non solo rendeva il processo più complesso, ma rischiava anche di scoraggiare molti dal compiere questo importante passo. L'iniziativa piemontese, sostenuta dalla cellula torinese dell'associazione Luca Coscioni, mira a semplificare il procedimento, rendendo il diritto alla dignità nel fine vita più accessibile e concreto.
L'approvazione dell'ordine del giorno non è solo un atto simbolico, ma rappresenta l'impegno concreto delle istituzioni piemontesi nel garantire i diritti dei cittadini.
“Un sentito ringraziamento va ai proponenti per aver sollevato un tema cruciale di civiltà e dignità, a tutti i consiglieri che hanno condiviso la necessità di rafforzare i diritti delle cittadine e dei cittadini anche nella fase più delicata della vita, e all’assessore Riboldi per la sensibilità dimostrata nell’accogliere e sostenere l’iniziativa”, hanno dichiarato Davide di Mauro e Lidia Sessa della Cellula Coscioni di Torino. “Siamo certi che, a seguito dell’approvazione di questo atto di indirizzo, verrà avviato un percorso concreto per arrivare alla piena attuazione della legge, nei tempi necessari, garantendo così un applicazione omogenea ed efficace dei diritti sanciti dalla normativa nazionale”.
La domanda che sorge spontanea è se altre regioni seguiranno l'esempio del Piemonte e della Toscana. In un contesto nazionale in cui le strutture sanitarie sono ancora poco coinvolte nel ritiro delle DAT, l'iniziativa piemontese potrebbe fungere da modello per altre realtà regionali.
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